E’ morta a Roma Nadia Gallico Spano, classe 1916, antifascista, partigiana, dirigente comunista. Tra le figure storiche del movimento operaio, fu una protagonista, tra le prime a battersi per i diritti e l’emancipazione delle donne. Fu una combattente comunista per la libertà, il progresso, la democrazia dell’Italia.
Una combattente in prima persona. Nata a Tunisi, subisce con la famiglia la durissima repressione organizzata da Petin contro la Resistenza. Nel 1944 rientrata in Italia, milita nelle file del Pci clandestino. Sarà una delle 21 donne che partecipano all’Assemblea Costituente. Nella preparazione della Carta Costituzionale si occupa prevalentemente di questioni della famiglia (si batte contro il matrimomio “indissolubile”) e sarà lei a celebrare, in seno alla Costituente, il primo 8 Marzo della Liberazione. Col marito, Velio Spano – anche lui dirigente di primo piano del Pci, uno dei primi direttori dell’Unità – svolge la sua intensa attività politica soprattutto in Sardegna. E’ deputato per dieci anni, dal ’48 al ’58, nella I e nella II legislatura. Appena giunta a Napoli, nel marzo 1944, a lei Togliatti affida la grande responsabilità del lavoro tra le donne, con il compito di gettare le basi di una organizzazione femminile di massa e di fondare un giornale. Nacque l’Udi, e nacque pure il suo giornale, “Noi Donne”, la testata – racconta lei stessa nella sua ultima intervista di pochi mesi fa – che era nata in Francia negli anni Trenta tra le emigrate del Comitato internazionale contro il fascismo e la guerra. «Insieme a Rosetta Longo, Marisa Rodano, Rita Montagnana, Giuliana Nenni, avviammo in Italia un grande lavoro tra le donne», racconta sempre nella stessa intervista. Non ha mai smesso di combattere, fino agli ultimi mesi. E’ una delle personalità che firma l’appello contro la riabilitazione dei repubblichini di Salò. «Si può anche capire che i giovani che andarono con la Repubblica di Salò furono ingannati o vittime di ragioni morali o patriottiche, ma dopo 60 anni un giudizio storico va dato e non possiamo dimenticare o sottovalutare che c’è stata la Resistenza». E sottolineava che il valore più grande di oggi è la partecipazione. «Oggi non c’è bisogno di prendere in mano il fucile, ma forse i libri della scienza e dell’economia».
Nel telegramma di cordoglio alla famiglia, il presidente della Camera ricorda «l’impegno sincero e appassionato» di Nadia Spano; e Luciano Violante, nella sua veste di presidente del gruppo parlamentare ds, sottolinea: «Preziose restano le testimonianze dello spirito di sacrificio, del vigore ideale e della passione umana che hanno segnato, per tutta una vita, il suo impegno nelle istituzioni e nella società per il riconoscimento dei diritti e della dignità delle donne, l’emancipazione dei più deboli e lo sviluppo del Paese».
Soltanto alcuni giorni fa è uscita in libreria la sua autobiografia: “Mabru’k”, nella quale si definisce «un’inguaribile ottimista». L’ottimismo di una comunista come è stata lei, pronta a sacrificare se stesso per i propri ideali.
Addio Nadia. Grazie.
Nadia Spano sarà commemorata lunedì alla Camera dei deputati alle 10.
La camera ardente sarà aperta dalle 8 alle 10.
Alla famiglia l’affettuoso ricordo e le condoglianze del segretario Fausto Bertinotti, della direzione di Rifondazione e della redazione di “Liberazione”