A Roma vince Vendola. Anzi no. Annullati centinaia di voti, è ricorso.

Nei congressi della federazione di Roma ha vinto la mozione Vendola. Anzi no. Ha avuto vita breve – poche ore – l’annuncio del coordinamento romano della mozione 2 di aver ottenuto la maggioranza relativa del 48.63 per cento nei congressi di circolo della capitale. Poche ore, perchè nella tarda serata di martedì la commissione congressuale provinciale ha provveduto ad annullare oltre cento voti incassati dai vendoliani nei congressi dei circoli della “Garbatella”, “San Paolo”, “Cooperazione sociale”, di fatto rosicchiando la vittoria alla mozione 2. Un’operazione semplice, se si considera che tra il primo e il secondo classificato a Roma (il documento Vendola e la mozione Ferrero-Grassi-Mantovani) lo scarto è di sole 165 preferenze. La materia dà fuoco a micce che solo nella giornata di martedì sembravano disinnescate. Il segretario della federazione romana Massimiliano Smeriglio parla di «sgomento. Le commissioni congressuali agiscono da organi politici. I rappresentanti della mozione 1 e 3 votano insieme per annullare i nostri voti. C’è un uso strumentale della commissione».
Ieri la riunione della commissione nazionale per il congresso è stata sospesa. Di fatto, è stata una riunione interlocutoria che però ha rigettato alcuni ricorsi minori. La “seduta” riprende oggi e la giornata si presenta nodale per chiarire tutto il quadro (previste anche riunioni per mozione). La commissione infatti si appresta ad esaminare il ricorso subito presentato dai rappresentanti romani della mozione Vendola. Le decisioni che verranno prese potrebbero condizionare lo scenario dei prossimi giorni. In campo, tanto per cominciare, c’è l’ipotesi di slittamento del congresso della federazione di Roma in calendario da domani a domenica.
Intanto, i rappresentanti della mozione 3 (area Ernesto) hanno convocato una conferenza stampa per annunciare il risultato conseguito finora a livello nazionale. «Ci attestiamo sull’8 per cento», dice Gianluigi Pegolo, dando per certo che nessun’altra mozione «dovrebbe raggiungere la maggioranza assoluta». Più che esplicite le accuse ai vendoliani. «Ci sono assessori, persone di governo locale che imbarcano gente dalla Sinistra Arcobaleno nel partito, promettendo favori in cambio di voti e riuscendo così a condizionare il congresso». Pegolo parla di «circoli che hanno quadruplicato il numero delle tessere, fenomeno mai successo in queste dimensioni» e respinge le accuse di «uso strumentale delle commissioni congressuali, di accordi tra mozioni» per annullare voti e danneggiare i vendoliani. «La democrazia rappresentativa è sostituita dal plebiscitarismo – denuncia pure l’ex ferrandiano Marco Veruggio, della mozione 3 – il congresso rischia di essere una “primaria” stile Pd…».
E visto che viene dato per certo che nessuno avrà la maggioranza assoluta, anche la mozione 3 ragiona sull’idea di una gestione unitaria del partito, dopo l’assise di Chianciano. Ma pone precise condizioni. Avverte Pegolo: «Non è possibile una sintesi tra le linee politiche delle diverse mozioni». La linea è una sola: «Salvaguardare il Prc» senza annacquarlo in altre aree e formazioni politiche. La mozione 3 parla a Ferrero. Dice Leonardo Masella: «La degenerazione del partito è cominciata con il congresso di Venezia per responsabilità di Bertinotti e anche di Ferrero. Dunque, basta con la Sinistra Europea e le case della sinistra… Sono proposte di cui parla anche Ferrero e non ci interessano. Se insiste, lui e Grassi si facciano pure la loro maggioranza con Vendola».