A PROPOSITO DI RAPPORTI TRA RUSSIA E NATO

Dall’intervista concessa a RIA “Novosti” da
Aleksandr Jakovienko
Portavoce del ministero degli Affari esteri della Federazione Russa

Qualcuno nella sinistra antagonista, anche tra chi dovrebbe occuparsi in modo specialistico di politica internazionale, cimentandosi in un rigoroso lavoro di ricerca che nulla ha a che fare con le esigenze della propaganda, continua tenacemente ad accreditare (paradossalmente, in compagnia di Berlusconi!) la tesi che, con la formazione a Roma del “Consiglio Russia-NATO”, la Russia, in buona sostanza, abbia già deciso il suo ingresso nell’Alleanza atlantica.
Anche se è fuori di dubbio che la scelta di coinvolgimento politico della Russia in sedi decisionali dell’alleanza presenta seri rischi di subordinazione alla potenza egemone, le valutazioni, espresse da chi parla di una realizzazione dell’omogeneità di intenti tra le parti in causa sulle scelte geostrategiche, non corrispondono assolutamente alla realtà delle cose.
Basta scorrere alcuni passaggi, non di un commento o di un’analisi giornalistica, ma di una dichiarazione ufficiale, rilasciata dal portavoce del ministero degli esteri russo alla vigilia del vertice romano, per rendersene conto.
M.G.

…Analizzando e valutando il contenuto del documento (firmato a Roma), è necessario avere ben chiaro che esso rappresenta il risultato di un difficile compromesso.
Occorre notare che nella Dichiarazione di Roma sono definiti alcuni passaggi fondamentali. Prima di tutto, il “Consiglio Russia-NATO”, a differenza del “Consiglio permanente congiunto”, si presenterà come un meccanismo di collaborazione su un piano di parità dei venti suoi componenti, partecipanti in veste di singoli stati. Ciò significa che elaboreremo insieme, cercheremo di trovare degli accordi e, soprattutto di realizzare decisioni, che saranno espressione del comune interesse…
…L’elemento per noi fondamentale è rappresentato dal fatto che, nel nuovo Consiglio, si opererà sulla base del rispetto incondizionato delle norme del diritto internazionale, incluso lo Statuto dell’ONU, ed anche degli obblighi derivanti dall’Atto conclusivo della Conferenza di Helsinki e degli altri documenti normativi dell’OCSE.
La firma della Dichiarazione di Roma è solo un primo passo sulla strada della realizzazione di rapporti qualitativamente nuovi. L’efficacia del lavoro del meccanismo Russia-NATO in formazione dipenderà, in notevole misura, dai meticolosi sforzi quotidiani profusi da politici, diplomatici e militari.
Nel settore della difesa, Russia e NATO rappresentano strutture autosufficienti. Per questo noi non poniamo e non abbiamo intenzione di porre, neppure in una prospettiva ragionevole la questione dell’appartenenza all’alleanza. Non pretendiamo neppure il “diritto di veto” nei confronti delle azioni dell’alleanza in base all’articolo 5 dell’accordo di Washington, così come la NATO non può pretendere di utilizzare tale diritto nei confronti della Russia…
…La creazione del Consiglio Russia-NATO non significa necessariamente che condividiamo le stesse posizioni su tutti i problemi della sicurezza. Ciò, in particolare, riguarda i temi del possibile allargamento della NATO che, dal nostro punto di vista, consideriamo un errore. Dal nostro punto di vista, a nessuno, neppure alla NATO e ai suoi nuovi membri, l’allargamento dell’alleanza apporterà un supplemento di sicurezza. Non esistono ragioni oggettive che giustifichino il movimento di avvicinamento della NATO verso le frontiere russe. A che scopo la NATO è in procinto di armare i nuovi membri dell’alleanza? Quali sono le ragioni che giustificherebbero questa difesa, se non siamo più nemici e l’epoca della contrapposizione appartiene al passato?
Per quanto riguarda la Russia, occorre dire che non esiste alcun paese al mondo che potrebbe rimanere inerte di fronte a quanto accade ai suoi confini. In tale contesto, per noi assumeranno un particolare significato l’osservanza da parte dei paesi membri della NATO dei propri obblighi, l’uso della discrezione in ambito militare, e il rigoroso rispetto degli accordi per il controllo degli armamenti.

Traduzione dal russo
di Mauro Gemma