La partita attorno allo sciopero dei trasporti metropolitani a New York si fa sempre piùdura. Non solo per il freddo (in prima mattinata -5 con punte di -8)che intirizzisce decine di migliaia di persone costrette ad andare allavoro a piedi; e costrette a farlo perché rischiano altrimenti di perdere il posto di lavoro. Non solo per il “gridlock”, per il traffico impazzito che ha paralizzato la città o per i danni economici ai negozi, agli alberghi ai ristoranti agli spettacoli a Broadway, nel pieno della stagione natalizia. La partita si fa sempre più dura per il deciso ingresso in campo di un nuovo protagonista, il giudice Theodore T. Jones, della corte suprema statale. Dopo aver inflitto nella notte di martedì una multa di un milione di dollari al sindacato per ogni giorno di sciopero, Jones ha annunciato ieri di aver convocato per oggi la leadership per un’audizione in tribunale. E ha anticipato che la presenza dei tre leader, guidati da Roger Toussaint, il presidente della “Union”, è necessaria perché la Corte sta considerando l’arresto immediato di uno o più sindacalisti: potrebbero risultare
Il nodo delle trattative è la richiesta di una nuova tassa sulle pensioni
colpevoli di aver bloccato il lavoro in violazione della legge Taylor, che impedisce lo sciopero dei dipendenti pubblici. L’unico spiraglio emerso nella nottata di ieri è la disponibilità del sindacato a chiudere la vertenza. Se la controparte rinuncerà a una clausola sulle pensioni che aveva aggiunto all’ultimo istante dei vecchi negoziati. Il sindacato e la controparte hanno avuto un incontro con un mediatore.
Le autorità dello Stato, da cui dipende l’Azienda per i trasporti metropolitani, avevano chiesto una multa di mille dollari al giorno direttamente alla leadership del sindacato. E le autorità cittadine hanno depositato in tribunale la richiesta per una multa di 25.000 dollari per ciascuno dei 33.700 scioperanti. Il giudice ha detto di voler discutere al più presto le nuove istanze. Ma nessuno, non gli scioperanti, e non le autorità cittadine che non l’avevano richiesto, immaginava che il giudice potesse arrivare a considerare l’arresto.
Se davvero oggi gli eventi prenderanno la piega più difficile, il delicato equilibrio tra ordine pubblico, picchetti di scioperanti, cittadini infuriati ora con il sindacato ora con le autorità, potrebbe vacillare davvero. In caso di un arresto, le reazioni della base del sindacato,
compatta dietro i suoi leader, sarà imprevedibile. Come sarà imprevedibile la reazione dell’ opinione pubblica. Se in molti sono irritati con il sindacato che li ha lasciati a piedi, un numero crescente di persone è irritato con le autorità cittadine, colpevoli, secondo i critici, di non aver negoziato in buona fede.
All’ultimo istante, dopo aver in apparenza accettato gran parte delle rivendicazioni, le autorità avevano introdotto un elemento nuovo: la richiesta di una tassa aggiuntiva del 6% in busta paga per i nuovi dipendenti, destinata a ùn contributo diretto in conto pensioni i cui costi sono esplosivi. I critici ritengono che la manovra sia stata condotta in mala fede, per provocare il sindacato, per entrare in sciopero e per polarizzare l’attenzione del pubblico su una questione ben più importante: lo stesso futuro del sindacato a New Y ork. Con lo sciopero infatti si è scatenata una corrente conservatrice che chiede il licenziamento immediato di tutti i dipendenti e l’assunzione di nuova forza lavoro non iscritta al sindacato. Ma si è anche sviluppato un movimento contrario alla tattica negoziale, un movimento sospettoso di una manovra cosciente del “padronato” voluta per rompere gli equilibri e sfidare il sindacato in campo aperto. Sapendo bene che al varco, ad attendere gli scioperanti, ci sarebbe stato un giudice come Jones, pronto a intervenire persino con l’arresto della leadership dei lavoratori.