A Los Alamos, contro tutte le atomiche

Centinaia di pacifisti manifestano nella città statunitense dove furono costruiti i primi ordigni e che oggi ospita il più grande stabilimento di armi di distruzione di massa nel mondo. Per non dimenticare Hiroshima e Nagasaki sono arrivati anche gli Hibakusha, i superstiti dell’agosto 1945

LOS ALAMOS
Cinquemila girasoli, simbolo internazionale del disarmo nucleare, circondano lo stagno del parco Ashley a Los Alamos, New Mexico, dove trecento persone si sono riunite per commemorare le vittime di Hiroshima e Nagasaki in un piovoso 6 agosto. La manifestazione è iniziata con una marcia di protesta conclusasi con le testimonianze di due Hibakusha (superstiti delle bombe atomiche), arrivati direttamente dal Giappone per l’occasione e la lettura della lettera del sindaco di Hiroshima al Consiglio della Contea di LosAlamos: «L’approvazione attiva o tacita (dell’uso) delle armi didistruzione di massa», scrive, «porterà direttamente all’acquisizione delle stesse da parte di altri. Le minacce dell’uso di forza,specialmente quelle rappresentate dalle armi nucleari, non preverrà la proliferazione. Infatti tali minacce promuovono la proliferazione. Gli occhi del mondo oggi sono su Los Alamos, dove le prime bombe atomichefurono costruite, dove ora è ospitato il più grande stabilimento di armi di distruzione di massa del mondo (in dollari). Perciò vi chiedo di unirvi a me nel dichiarare l’impegno al disarmo nucleare come richiesto dal trattato di non proliferazione (Npt)». Masako Hashida, una superstite di Nagasaki di 75 anni, ha dichiarato: «Oggi, 60 anni dopo, la gente sta dimenticando la tristezza, il dolore, la morte causate dal queste armi. Noi, gli Hibakusha, superstiti delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki, stiamo invecchiando. Cosa mi haspinto a venire negli Usa, in New Mexico, a Los Alamos, a parlare al pubblico americano? Sono i miei ricordi di tutti coloro che sono morti. Credo che io debba far sentire la mia voce e raccontare a più persone possibile ciò he ho visto, cosicché queste armi non siano mai più usate». Ueda Koji, che al tempo dell’esplosione aveva tre anni e ora vive a Tokyo, ha detto, «Anche oggi, dopo 60 anni, per via dell’effetto delle radiazioni, viviamo con problemi di salute e la paura di ammalarci di cancro. Ci sono molte persone che conosco che, per paura dell’effetto delle radiazioni, hanno rinunciato all’idea di sposarsi o di avere figli. Dei 270.000 superstiti della bomba in Giappone, 8.462 vivono a Tokyo. Più di 7.500 muoiono ogni anno, molti di tumore».

Dal lato opposto del marciapiede che porta all’ingresso del parco, ungruppo di veterani della Seconda Guerra Mondiale osserva in silenzio il susseguirsi di poeti e musicisti che presentano i loro pezzi a sostegno degli sforzi per la non proliferazione. Un veterano spiega perché hanno deciso di partecipare da lontano. «Abbiamo sempre creduto che benché la bomba abbia preso vite, ha anche prevenuto la morte di molti altri, perché ha fermato la guerra». Su uno dei cartelloni del gruppo silegge, «Se non ci fosse stata Pearl Harbor, non ci sarebbe stata Hiroshima». Se non ci fossero state le leggi razziste che, negli anni venti, discriminarono i cittadini giapponesi, però, non ci sarebbe stataPearl Harbour….Dopo la sua testimonianza, Ueda Koji si è incontrato con la presidente del consiglio di Los Alamos, Frances Berting. In risposta alla richiesta di fermare lo sviluppo di armi nucleari al Lanl (Laboratori nazionali di Los Alamos), la presidente ha affermato che la contea probabilmente non avrebbe approvato una delibera per il disarmo nucleare perché non è una faccenda locale. Il consigliere di Santa Fe, DavidCoss, a quel punto è intervenuto dicendo che la gente deve essere ingrado di esprimere la propria posizione attraverso i propri rappresentanti, sottolineando che i governi locali come rappresentanti del popolo dovrebbero sempre essere in grado di portare al governo nazionale questioni controverse come quelle riguardanti la pace e laguerra. Perché mai la contea non dovrebbe approvare la delibera? Il Lanl, che ha 17.000 impiegati, ha avuto un aumento del budget del 47% dal 1996 al 2004. L’industria nucleare sostiene l’economia di questa contea da anni. I sostenitori dell’energia nucleare la chiamano «pulita». Bush vuole più energia nucleare, dicendo che è «una delle sorgenti di energia più sicure e pulite del mondo, e dobbiamo averne di più qui negli Usa». Eppure valutazioni governative preliminari dimostrano che uno stabilimento di plutonio all’Inl (Idaho) produrrebbe 13.000 barili di rifiuti radioattivi e 38.000 barili di rifiuti nocivi. Un fattorepreoccupante è la mancanza di procedure di contenimento che garantiscano che il terreno e l’acqua circostanti lo stabilimento non sarebbero inquinati. Come spiegare poi il fatto che centinaia di minatori Navajo che scavarono uranio tra il 1947 al 1970 si siano ammalati di tumore aipolmoni? Un momento toccante della commemorazione è avvenuto quando un impiegato del Lanl si è presentato a Ueda Koji, chiedendo scusa per aver contribuito allo sviluppo della bomba 61 anni fa. Koji ha ringraziatol’uomo e ha poi distribuito segnalibri fatti dai superstiti per mantenere vivo il ricordo di coloro che hanno sofferto e continuano a soffrire per via della bomba. La commemorazione è infine culminata con centinaia di lanterne di carta multicolori che hanno galleggiato sullo stagno al tramonto. Sullo sfondo si udivano i rintocchi di una campana seguendo la tradizione di Hiroshima, dove ogni anno una campana suona all’ora dell’esplosione della bomba. Ogni lanterna rappresentava mille vittime. Purtroppo solo trecento persone erano presenti per testimoniare questa veglia commovente.

Gli sforzi per il disarmo nucleare continuano. In Tennessee, California e Nevada altri attivisti hanno portato avanti simili manifestazioni. Martedi 9 agosto un gruppo di pacifisti si riunirà in silenzio di fronteal Museo Atomico Nazionale ad Albuquerque, mostrando immagini ingrandite delle vittime di Hiroshima e Nagasaki. Questi attivisti hanno chiesto all’amministrazione del museo di includere le testimonianze e fotografie della devastazione nelle loro esibizioni in contemporanea con il sessantesimo anniversario dell’esplosione della bomba. Questo sforzo ha avuto successo, e da giovedì le sale del museo ospitano una esibizione di fotografie di Hiroshima. Il 9 agosto il sindaco della città giapponese di Nagasaki, Iccho Ito, in occasione del sessantesimo anniversario delle azioni armate statunitensi contro i civili giapponesi nella seconda guerra mondiale, ha invitato gli Stati uniti a mobilitarsicon determinazione per l’eliminazione degli ordigni nucleari e ha attaccato la politica dell’amministrazione Bush di sviluppare armi atomiche in miniatura.