A FINE DICEMBRE 2001 IL PCFR E’ SALDAMENTE IN TESTA NEI SONDAGGI E RAFFORZA LE SUE POSIZIONI

Nonostante il grande chiasso propagandistico, creato attorno al congresso di unificazione delle due principali forze politiche che appoggiano il presidente Putin, e il silenzio di cui è circondata l’attività politica dei comunisti, sia in Russia che all’estero, il PCFR, stando al sondaggio effettuato alla fine di dicembre dal più autorevole istituto di ricerca demoscopica del paese, lo VZIOM (“Centro russo di studio dell’opinione pubblica”), non solo conserva la prima posizione, tra le forze politiche, ma addirittura rafforza di ben tre punti percentuali la propria quota di consenso, rispetto al mese precedente, passando dal 32% al 35% delle intenzioni di voto.
Il partito centrista “Unità e patria”, frutto della fusione di “Unità” e “Patria-Tutta la Russia”, chiamato anche “Russia unita”, che raggruppa la gran parte dell’apparato governativo, i cui uomini dominano le strutture e i bilanci delle principali istituzioni locali e delle organizzazioni di massa, ereditate dal periodo sovietico (a cominciare dai sindacati), che controlla gran parte dei “media” e che, soprattutto, rappresenta la forza di riferimento del presidente Putin, non riesce nel sorpasso dei comunisti e deve accontentarsi del 30% dei consensi, rispetto al 28% di novembre.
Se si tiene conto del fatto che l’insieme dei partiti di centro e di destra subiscono una flessione ( “Mela” dal 7% di novembre al 6%, “Unione delle forze di destra” dall’8% al 6%, liberal-democratici di Zhirinovskij dal 7% al 5%), c’è da ritenere, come del resto avevano previsto alcuni osservatori, che una parte anche consistente dell’elettorato di centro-sinistra sia, in questo momento, orientata a votare per il partito comunista. Tale dato viene avvalorato anche dalla diminuzione del rating di partiti e movimenti che dovrebbero esprimere istanze di sinistra moderata, oggi schierate a fianco di Putin, a cominciare dal Partito agrario di Lapshin che passa dal 3% all’1%.
Le forze di ispirazione socialdemocratica confermano la loro strutturale debolezza: non oltrepassano complessivamente il 2%, come nel mese precedente (1% per il partito guidato da Gorbaciov e un altro 1% per il movimento “Rossija” di Ghennadij Selezniov, che, peraltro, continua a militare nelle file del PCFR).
Buona appare l’affermazione del movimento “Donne di Russia”, che aumenta di un punto, dal 5% di novembre all’attuale 6%.
Le altre formazioni politiche, variamente collocate, passano dal 3% al 4%, con ben poche speranze di superare, al momento, lo sbarramento elettorale.
Appare stabile (5% come a novembre) la percentuale di coloro che sono intenzionati a votare contro tutti i partiti.