La vittoria di Petteruti, candidato dell’Unione ricompostasi dopo il primo turno, al quale aveva partecipato divisa in due schieramenti, al ballottaggio contro il candidato del centro destra Maddaloni sancisce, tra l’altro, la giustezza del percorso politico-elettorale fatto dal PRC a Caserta. Un percorso segnato da tre tappe fondamentali: le primarie del 12 marzo; il primo turno del 28 e 29 maggio; il ballottaggio dell’ 11 e 12 giugno. In queste tre tappe fondamentali il nostro partito ha sempre avuto la barra dritta sull’obiettivo principale di battere lo schieramento di destra molto forte nella nostra città. Pur in presenza di opinioni e sensibilità diverse relative a vari aspetti, abbiamo saputo individuare la rotta principale: grande tensione unitaria del partito, rapporto privilegiato con la sinistra di alternativa, ricerca della più ampia alleanza elettorale possibile costruita su importanti opzioni politico-programmatiche. Abbiamo portato avanti così il primo obiettivo che era quello di individuare, anche attraverso un’opera di inchiesta e consultazione le priorità programmatiche e la figura di candidato a sindaco. Siamo arrivati, dunque, ad elaborare un profilo programmatico fondato su dieci principali capisaldi, che avrebbero rappresentato l’ossatura del programma del sindaco, oltre che, naturalmente, di quello di tutti i partiti e le forze della nostra alleanza. Contemporaneamente si sviluppava la discussione circa l’individuazione del candidato sindaco. A tal riguardo, dopo alcuni incontri molto animati, si è deciso di fare ricorso alle primarie, volute soprattutto dai partiti della sinistra alternativa e da altri partiti minori dell’Unione, che, oltre a invocare fortemente la partecipazione popolare per individuare il candidato sindaco, erano determinati ad ostacolare la spartizione a tavolino che stava avvenendo a livello regionale per accaparrarsi i sindaci dei capoluoghi di provincia da parte di DS, Margherita e Udeur. Dopo alterne vicende si è arrivati alle primarie del 12 marzo che segnate da una grande partecipazione popolare, più del doppio rispetto alle già partecipate primarie nazionali dell’ottobre 2005. E’ prevalso, seppure con uno scarto esiguo, Nicodemo Petteruti, uomo di sinistra senza tessera di partito, su Alois, candidato dei DS, Ciontoli della Margherita e l’indipendente Gazzillo.
Noi del PRC in quell’occasione, insieme al PdCI e ai Verdi, non avevamo presentato un nostro candidato, né dato una precisa indicazione di voto in quanto le nostre priorità programmatiche erano state accettate da tutti e quattro i concorrenti. L’esito delle primarie però non è stato riconosciuto dai tre partiti maggiori, DS, Margherita e Udeur, che si sono coalizzati ed hanno espresso il loro candidato sindaco nella figura di Alois, fortemente appoggiato dal presidente Bassolino. Le forze della sinistra di alternativa unitamente alla Rosa nel Pugno e Italia dei valori hanno dichiarato il loro rispetto per il verdetto popolare delle primarie e dunque il loro sostegno al vincitore Petteruti. L’Unione si è così divisa in due ed ha indebolito le possibilità di sconfiggere la forte e arrogante destra casertana, ormai certa di una vittoria al primo turno, come d’altronde era accaduto nel 2002.
Ma così non è stato. Non solo la destra non ha vinto al primo turno, cosa che lo stesso Berlusconi era venuto a vaticinare con grande supponenza pochi giorni prima delle elezioni, ma la coalizione “minore”, nella quale c’è stata l’interessantissima esperienza della lista unitaria Rifondazione-Comunisti Italiani, trascinata dalla determinazione, dalla combattività e dal forte spirito unitario, cementato dalla condivisione di importanti discriminanti programmatiche, che soprattutto la sinistra di alternativa è riuscita a mettere in campo, ha portato Petteruti prima al ballottaggio, vanificando in tal modo l’obiettivo della vittoria della destra al primo turno e superando in termini di preferenze il candidato della sinistra “maggiore”, e poi a vincere in maniera netta e definitiva anche il secondo turno contro il candidato-prefetto-vice commissario prefettizio al comune di Caserta, espressione di AN, Forza Italia, CCD, repubblicani e due o tre partitini fascisti. Al secondo turno abbiamo saputo ricomporre, tale era il nostro obiettivo principale, l’unità delle forze democratiche, cosa non facile per le serie lacerazioni che avevano segnato il precedente percorso politico-elettorale. Perciò abbiamo vinto.
La nostra esperienza ha ribadito l’insegnamento che non solo uniti si vince, ma che l’unità bisogna conquistarsela costruendola su basi solide e praticandola ai livelli possibili.
Il percorso del P.R.C. di Caserta – unità del partito, unità dei comunisti, unità della sinistra alternativa, unità delle forze democratiche e progressiste – ha avuto successo. Caserta non sarà più governata dalla destra, come per il decennio trascorso, ma ci sono le premesse per un reale cambiamento della politica amministrativa.
In più il nostro partito per la prima volta sarà rappresentato da due consiglieri comunali nella massima assise della città ; inoltre, con molte probabilità, avrà anche un assessore e potrà far sentire in maniera forte e chiara la voce della nostra gente.
* segretario cittadino di Caserta del PRC