A Capo Teulada giochi di guerra con il fosforo

A Capo Teulada vengono utilizzati proiettili al fosforo bianco, gli stessi della strage di Falluja. Sta scritto in una relazione, firmata dal generale Giorgio Cornacchione, che lo stato maggiore dell’esercito ha presentato l’altro ieri al comitato paritetico sulle servitù militari. Composto da alti ufficiali delle tre armi, da due rappresentanti del governo e da sei membri nominati dal consiglio regionale sardo, il comitato ha il compito di sorvegliare le attività dei militari in Sardegna. Da tempo i membri nominati dal consiglio regionale avevano chiesto che venisse detto quali armamenti sono utilizzati nei poligoni dell’isola. Ieri è arrivata una prima risposta. Nella relazione firmata da Cornacchione c’è un elenco di armi convenzionali, le stesse che sono utilizzate nelle normali attività di addestramento. In più, però, si parla di armi chimiche, citate insieme a succinte indicazioni tecniche per assicurare che non hanno effetti nocivi. Tra queste sono indicati, al punto C della seconda pagina della relazione, anche i proiettili al fosforo. «WP munition with fosforus», è la formulazione precisa. Spiega anche, la relazione, che questo tipo di munizioni rilasciano, all’impatto con il bersaglio, anidride fosforica e vapore acqueo, con un effetto incendiario. Sono utilizzate, nelle esercitazioni che si svolgono a Capo Teulada, nelle simulazioni di risposta agli attacchi portati da carri armati. Sempre contro i carri, rivela la relazione dello stato maggiore dell’esercito, sono utilizzati anche i missili Milan e i missili Tow. Nel corso del 2004, del primo tipo di arma sono stati sparati a Capo Teulada 140 esemplari; della seconda, 49. Quando colpiscono il bersaglio, i Milan e i Tow rilasciano amianto. I Milan, oltre l’amianto, liberano anche torina, una sostanza altamente tossica.

Sin qui i contenuti della relazione. I membri del comitato paritetico nominati dalla Regione, però, volevano ben altro. Avevano chiesto di sapere se a Capo Teulada e negli altri poligoni sardi (Quirra e Capo Frasca in particolare) siano impiegati proiettili all’uranio impoverito e che venisse fornito l’elenco delle munizioni utilizzate non soltanto dalle forze armate italiane, ma anche dai militari americani e degli altri stati della Nato che mandano i loro soldati ad addestrarsi sulle coste e sui monti della Sardegna. Dallo stato maggiore dell’esercito, quindi, è arrivata, in realtà, solo una risposta molto parziale alle richieste che vengono dal comitato paritetico, dai sindaci dei comuni che stanno dentro i poligoni e dai tanti collettivi nati spontaneamente in Sardegna con l’obiettivo di ottenere al più presto la chiusura delle basi e, intanto, il massimo di trasparenza su quanto avviene nei territori dove si gioca alla guerra. Nella sua reticenza, comunque, la riposta dei vertici militari dà un’idea di che cosa avvenga nelle basi sarde. La zona di Capo Teulada è talmente inquinata che i ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Cnr, incaricati dal ministero della Difesa di dare un quadro scientificamente attendibile della situazione, hanno risposto: «E’ più conveniente dare un vitalizio ad ogni singolo pescatore dell’area di Capo Teulada piuttosto che procedere alla bonifica del mare». Che i dati forniti dalle stesse autorità militari sul tipo di armamenti utilizzati nel corso delle esercitazioni nel poligono di Capo Teulada confermino, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la pericolosità di questa struttura e la necessità di una bonifica del territorio dagli insediamenti militari, lo detto anche il deputato verde Mauro Bulgarelli. «Le ammissioni contenute nella relazione dello stato maggiore dell’esercito – dice Bulgarelli – sono estremamente preoccupanti e confermano la pericolosità, per la popolazione e per l’ambiente, delle attività svolte nel poligono sardo». Bulgarelli preannuncia un’interrogazione al ministro della Difesa. Intanto, proprio ieri, a Capo Teulada è cominciata l’ennesima esercitazione. Si chiama «Freedom Restore 2005» e vedrà impegnati, per due settimane, 3500 uomini e centinaia di mezzi corazzati e da combattimento.