9 maggio 1945 – 9 maggio 2010 – 65° Anniversario della vittoria sovietica sul nazifascismo

L’Armata Rossa, ricacciata la Wermacht fino a Berlino e conquistata a città, ottiene la resa incondizionata dell’esercito tedesco. Una data storica per tutta l’umanità (e ovviamente oscurata dai nostri media e dai nostri bravi storici…).

Il contributo decisivo dell’Unione Sovietica alla sconfitta della Germania nazista e dei suoi alleati in 4 anni di guerra:

– 7 milioni di militari rimasti uccisi, centinaia di migliaia di feriti e invalidi

– 10 milioni di vittime circa tra la popolazione civile (quella popolazione che fiancheggiò l’Armata Rossa organizzandosi in brigate partigiane, svolgendo lavoro volontario nelle fabbriche e nei campi, costruendo fortificazioni, scavando trincee, resistendo eroicamente ai terribili assedi di Mosca, Leningrado [900 giorni] ecc.

– 5 milioni di deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti (morti nella stragrande maggioranza e mai ricordati nelle varie giornate della memoria, o della smemoratezza che dir si voglia…)

Quella contro l’Unione Sovietica è “una battaglia di annientamento contro i commissari politici e l’intellighenzia comunista”, è una “crociata contro il Bolscevismo”
(Adolf Hitler)

La vittoria sovietica a Leningrado è “simbolo dello spirito invincibile dei popoli dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e di tutti i popoli del mondo che si oppongono alle forze dell’aggressone”
(Franklin Delano Roosevelt)

“Russia, tu hai conquistato l’ammirazione di tutto il mondo. I tuoi eroi non sono morti invano. Nei futuri giorni di pace, dalle lacrime e dal sangue vostro crescerà la gloria della grande repubblica dei soviet”
(Charlie Chaplin)

“Durante l’interrogatorio mi sono comportato tranqullamente. Mi portarono alla tortura; mi ci hanno condotto tre volte […] A metà della quarta hanno smesso di picchiarmi […] ho erduto la memoria e una volta sono svenuto. […] Dopo queste percosse non ci sento più bene. Ma quelli del mio gruppo sono ancora liberi, nessuna tortura mi ha strappato i loro nomi. […] La nostra causa vincerà in ogni caso. Quest’inverno i Soviet spazzeranno via dalla nostra terra i Tedeschi […] Mi dispiace solo che in questo momento io non posso aiutare i miei compagni d’idea. Addio, miei cari […] vi bacio tutti forte forte. Non perdetevi d’animo. […] La vittoria sarà con noi”
(Lettera ai genitori di Jasha Gordienko, di 16 anni, giovane comunista, membro del Komsomol di Odessa e del gruppo partigiano di Badajev, arrestato l’11 febbraio 1942)