7 agosto

I partners bisogna conoscerli bene
Cara “Liberazione”, Rutelli sa quel che dice e va preso sul serio. Non lancia messaggi di rassicurazione ai poteri forti ma prova a consolidare un’alleanza strategica fra alcune forze imprenditoriali e finanziarie (Montezemolo & C.) e alcune forze politiche (Triciclo & C.), con l’obiettivo di scalzare l’attuale alleanza, altrettanto strategica, oggi in declino ma ancora forte, fra altre forze imprenditoriali/finanziarie (Berlusconi, Tognana & C.) e altre forze politiche (Fi/Lega & C.). A mio parere andrebbe approfondito tale scenario di vero e proprio conflitto fra “dominanti”, per meglio verificare non solo gli schieramenti interni ma anche gli appoggi internazionali di cui godono, o meglio, a cui fanno riferimento. Se la sinistra radicale ed i movimenti sceglieranno di allearsi tatticamente con una parte di queste forze è bene conoscere meglio i propri partners, i loro obiettivi, per non cadere in illusioni di prospettiva e riuscire a mantenere la barra dritta sull’obiettivo autonomo di un’alternativa non capitalistica.
Piergiorgio Rosso, via e-mail

Ma forse c’è qualche speranza…
Caro direttore, in uno sperduto villaggio della Siberia un bambino russo, che oggi ha 7 anni, è vissuto da solo insieme a un cane per quasi tutta la sua breve vita. E’ stato allevato, educato, ha imparato a mangiare a latrare e a difendersi come un cane. Adesso, dopo solo 30 giorni dal suo ritrovamento il bambino ha fatto progressi incredibili. Nell’orfanotrofio ha imparato a camminare sulle gambe mangia con un cucchiaio e comunica a gesti. Chissà forse c’è qualche speranza anche per Rutelli.
Marco Corona, via e-mail

“alternativa” Le parole sono pietre
Caro Curzi, ho sentito, qui a Parigi, in una rassegna radiofonica della stampa estera, che Bertinotti, in un’intervista a “l’Espresso” pone dei punti precisi nel dibattito che si deve aprire in tutto il centrosinistra, nei sindacati e nei movimenti per stabilire un comune programma di governo che sia davvero alternativo a Berlusconi. Finalmente, se ho capito bene, Rifondazione dice: «giù le mani dalle pensioni, cancellare subito le infami leggi di Berlusconi e varare una patrimoniale secca». Aspetto che arrivi qui “l’Espresso” per leggere l’intervista integrale ma dal breve riassunto ascoltato mi sembra di essere d’accordo con l’on. Bertinotti. Dopo analoghe affermazioni del segretario della Cgil, Epifani, ora questa presa di posizione di Rifondazione cancella dalla mia mente le paure che mi avevano suscitato le parole di Rutelli. Ma, se mi permetti un consiglio, ti chiederei di pubblicare su “Liberazione” un avvertimento a tutti i leader del centrosinistra: state attenti a quello che dite. Le parole sono pietre.
Giulio Masetti, Parigi

Via subito il governo: questione democratica
Caro Sandro, la domanda sociale ineludibile che le larghe masse popolari del nostro Paese pongono è senza dubbio la cacciata del governo delle destre. Si tratta di un’istanza di salvaguardia della tenuta costituzionale e democratica della Repubblica, volta a garantire i margini minimi di agibilità del conflitto sociale e di classe. Questa domanda va sostanziata dei contenuti provenienti dai movimenti generali di lotta, al fine di promuovere politiche economiche e sociali più avanzate, a partire da una nuova politica industriale e da un’idea innovativa di programmazione economica. E’ necessario definire un profilo credibile per un governo di alternativa, in grado di garantire queste esigenze: ferma restando la necessità di far maturare i tempi della caduta anticipata del governo delle destre, è indispensabile disegnare un programma avanzato in grado di recepire le istanze dei movimenti di lotta (a partire da: pace, lavoro, welfare, modifica del modello Maastricht e abrogazione delle leggi-vergogna e ad personam), per l’alternativa. La questione del programma resta quindi ineludibile, per orientare il percorso e garantire le coordinate politiche all’interno delle quali valutare la possibilità dell’accordo di governo. Alla riuscita dei tavoli programmatici va quindi subordinata la possibilità di definire un accordo politico-programmatico con le forze del centrosinistra: all’impossibilità di farvi recepire le indicazioni fondamentali provenienti da Rifondazione Comunista e dai movimenti di lotta più avanzati dal punto di vista della formazione di classe (la Fiom, in primo luogo), è evidente che deve fare seguito l’esplicitazione dell’impossibilità di pervenire all’accordo di governo.
Gianmarco Pisa, Napoli

Ci sono punti sui quali non si può cedere
Caro direttore, in merito allo scambio di vedute apertosi tra i compagni Burgio e Ferrero, vorrei avere la possibilità di poter esprimere la mia umile opinione di semplice militante di questo Partito. Condivido pienamente la proposta portata da Burgio, mi sento soltanto in dovere di aggiungere, come giovane che vede molto difficile un futuro “all’acqua di rose”, per via delle riforme anti-sociali e ultra-liberiste dell’attuale governo di centrodestra, che importante per una forza democratica e che si definisce comunista è il saper costruire, attraverso un progetto politico e dei punti chiari, un’alternativa di società, nella quale poi costruire un’alleanza programmatica con l’Ulivo. Questo può farci diventare quella forza politica nella quale moltissimi lavoratori e giovani, come me, possono identificarsi. Ma c’è ancora molta strada da fare, importante sarebbe cominciare a intraprenderla, come Burgio accennava, attraverso dei punti chiari e nei quali non siamo disposti a cedere nulla, tantomeno davanti a qualche svista politica riformista di qualche dirigente o economista dell’Ulivo.
Alessandro Pagani, Milano

Perché mi sono iscritto al Prc
Caro Alessandro, ieri sera a Comacchio, alla festa di “Liberazione”, mi chiedevo: mi iscrivo a
Rifo o non m’iscrivo? Questo dubbio amletico che mi
tormenta da un pezzo si è sciolto definitivamente
questa mattina dopo che le dichiarazioni di Castelli mi hanno quasi fatto vomitare la colazione. Non posso più essere genericamente di “sinistra”. E’ il momento di schierarsi, in maniera chiara. Ecco perché
m’iscrivo a Rifondazione. Non so quale contributo potrò dare al partito; sicuramente ci porterò tutta me. E per tutta intendo che oltre alla mia razionalità ci saranno i miei sentimenti, le mie emozioni, il mio amore, il mio entusiasmo, i miei dubbi, la mia rabbia, la mia gioia e il mio dolore. Non posso più stare alla finestra.
Alessandra Schiavi, Ferrara