11 settembre: I conti non tornano

Tagesspiege: Mi sembra che Lei sia molto in collera e veramente preoccupato.
Von Bülow: Posso spiegare quel che mi tormenta. Sto constatando che dopo i terribili attacchi dell’11 settembre tutta l’opinione pubblica viene canalizzata a forza in una direzione che ritengo falsa.
Tagesspiegel: Che cosa intende dire?
Von Bülow: Mi preoccupo per le tante domande che non vengono poste. Normalmente, dopo un fatto così eclatante ci sono piste ed indizi che vengono commentati dagli investigatori, dai media, dal governo: sono cose concrete o no? Le spiegazioni che vengono date sono plausibili? … Questa volta invece non c’è stato niente del genere. Si è visto già a poche ore dagli attaccchi a New York e Washington…
Tagesspiegel: Sono state ore di orrore e di dolore.
Von Bülow:: E’ vero, ma rimane un fatto assai strano: gli USA contano non meno di 26 servizi di informazione che da soli assorbono un bilancio di 30 miliardi di dollari…
Tagesspiegel Più dell’intero bilancio della difesa della Germania
Von Bülow: … e non sono stati in grado di evitare questi attacchi. Non avevano il minimo sospetto di quello che stava per accadere. Nei 60 minuti decisivi, i militari e i servizi di informazione hanno tenuto a terra gli aerei da caccia. Però 48 ore dopo l’FBI presentava già una lista di attaccanti kamikaze. Dieci giorni dopo furono costretti a constatare che sette di loro erano vivi e vegeti.
Tagesspiegel: Davvero?
Von Bülow: Sì. E perchè il capo dell’ FBI non ha preso nessuna misura di fronte a queste incoerenze? Da dove veniva quella lista, perchè era sbagliata? Se fossi al posto del procuratore generale in un caso simile mi rivolgerei regolarmente al pubblico per fornire informazioni sulle piste ritenute valide e su quelle che si rivelano false.
Tagesspiegel Il governo degli USA ha parlato di una situzione di emergenza in seguito agli attacchi. Hanno detto che erano in guerra. Non è comprensibile che non si voglia far sapere al nemico che cosa si sa di lui?
Von Bülow: Naturalmente. Ma un governo che parla di guerra deve innanzitutto stabilire chi è che lo ha attaccato, chi è il nemico. Ha il dovere di fornire le prove. Per propria ammissione il governo USA non è stato invece in grado di fornire prove che potessere essere considerate valide da un tribunale.
Tagesspiegel: Alcune informazioni relative agli attacchi sono state confermate da documenti. Il capo presunto, Mohammad Atta, la mattina dell’11 settembre aveva lasciato Portland per Boston dove doveva prendere l’aereo che avrebbe colpito il World Trade Center.
Von Bülow: Se Atta era l’uomo che ha diretto l’operazione è davvero strano che abbia rischiato un margine di tempo così ristretto per prendere il volo di coincidenza. Se il suo volo avesse avuto qualche minuto di ritardo non avrebbe potuto salire sull’aereo dirottato. Possibile che un terrorista così sofisticato agisca in questo modo? Inoltre si può vedere sulla CNN (internet) che nessuno dei nomi appare sulla lista ufficiale dei passeggeri e nessuno è stato sottoposto ai controlli di sicurezza al momento dell’imbarco. Perchè nessuno dei piloti minacciati ha mandato il segnale segreto «7700» alla torre di controllo? E ancora: perchè le scatole nere che sono a prova di fuoco e d’urto e le registrazioni delle voci non contengono alcun dato utile?…
Tagesspiegel: Si ha quasi l’impressione di……
Von Bülow: … di trovarsi di fronte ad attaccanti che nel preparare l’azione lasciano più tracce di un branco di elefanti in preda al panico. Hanno pagato con carte di credito, hanno dato ai loro istruttori di volo i nomi veri. Si sono lasciati dietro automobili noleggiate con manuali di volo per aerei jumbo in arabo. Si sono portati dietro per il viaggio suicida testamenti e lettere d’addio che sono caduti in mano dell’FBI perchè messi nei posti sbagliati o male indirizzati. Sono stati lasciati indizi da seguire come nei giochi per bambini.
C’è anche la teoria avanzata da un ingegnere aereonautico inglese secondo cui il pilotaggio, il controllo dell’aereo, può essere assunto dall’esterno. Gli USA avevano sviluppato questa tecnologia negli anni settanta proprio per poter soccorrere aerei dirottati intervenendo sul sistema di pilotaggio automatico. Secondo questa teoria saremmo in presenza di una manipolazione di questa tecnica. E’ solo una teoria …
Tagesspiegel: Davvero sconcertante. E questa ipotesi non è stata mai presa in considerazione.
Von Bülow:Appunto! Io non ritengo valida questa teoria, ma penso che valga la pena di prenderla in considerazione. E che dire a proposito delle transazioni di borsa oscure? Nella settimana che ha preceduto gli attacchi, il volume delle transazioni di azioni d American Airlines, United Airlines e di alcune compagnie di assicurazione è aumentato del 1200% per un totale di 15 miliardi di dollari. Qualcuno doveva dunque sapere qualcosa. Chi?
Tagesspiegel: Perchè non prova Lei a dire chi potrebbe esserci dietro la speculazione?
Von Bülow: Questi attacchi terrificanti hanno permesso il lavaggio del cervello delle masse nelle democrazie occidentali. L’immagine del nemico propria dell’anticomunismo non funziona più e deve essere sostituita da quella dei popoli islamici. Sono accusati di aver fatto nascere il terrorismo suicida.
Tagesspiegel: Lavaggio del cervello? E’ un termine pesante.
Von Bülow: Davvero? Ma questa idea dell’immagine del nemico non l’ho inventata io. Viene da Zbigniew Brzezinski e Samuel Huntington, due consiglieri incaricati di elaborare la politica dei servizi di informazione e la politica estera del governo degli Stati Uniti. Già a metà degli anni ’90 Huntington riteneva che le opinioni pubbliche in Europa e negli Stati Uniti avessero bisogno di odiare quaalcuno, in modo da rafforzare il senso di appartenenza nella loro società. E Brezinski, il cane rabbioso, consigliere del presidente Carter, si batteva perchè gli Stati Uniti avessero il diritto esclusivo di impadronirsi di tutte le materie prime del mondo, soprattutto del petrolio e del gas naturale.
Tagesspiegel: Vuol forse dire che gli avvenimenti dell’11 settembre …
Von Bülow: … si iscrivono perfettamente nelle strategie dell’industria bellica, dei servizi segreti e di tutto il complesso militare-industriale-accademico. E’ un fatto che colpisce con grande evidenza. Le enormi riserve di materie prime nell’ex Unione Sovietica sono adesso a loro disposizione e lo stesso vale per le vie del petrolio e …
Tagesspiegel: Su questo punto Erich Follach ha scritto molte pagine col titolo “E’ una faccenda di basi militari, di droga e di riserve di petrolio e gas naturale” (Spiegel)
Von Bülow: Posso dire che la pianificazione degli attacchi è stata magistrale dal punto di vista tecnico e organizzativo. Dirottare quattro enormi aerei in pochi minuti e portarli con manovre aeree complesse nell’arco di un’ora sugli obiettivi! E’ impensabile senza l’appoggio, e per anni, degli apparati segreti dello stato e dell’industria.
Tagesspiegel: Lei è dunque un fautore della teoria della cospirazione!
Von Bülow: Sì, certo. Così vengono ridicolizzati coloro che sollevano questi problemi da parte di quanti preferiscono seguire la linea ufficiale, politicamente corretta. Anche i giornalisti di inchiesta sono ubriacati di propaganda e di disinformazione. Chi mette in dubbio la versione ufficiale non può essere del tutto sano di mente. E’ così che li presentate!
Tagesspiegel: La Sua carriera milita contro l’idea che lei non sia sano di mente. Lei è stato ministro della difesa già nel 1970 e poi nel 1993 rappresentante del partito socialdemocratico SPD nella Commissione di Inchiesta Schalck-Golodkowski.
Von Bülow: E tutto ha avuto inizio proprio in quel periodo. Fino ad allora non avevo particolari conoscenze sul lavoro dei servizi segreti. E in quel periodo siamo stati costretti a fare i conti con una profonda contraddizione: abbiamo fatto luce sulle trame della STASI e di altri servizi segreti del blocco orientale nel campo della criminalità economica, ma non appena cercavamo di sapere qualcosa delle attività del BND (servizio segreto tedesco) o della CIA venivamo subito bloccati. Nessuna informazione. Nessuna cooperazione. Niente. Per la prima volta mi sono sentito impotente.
Tagesspiegel: Schalk-Golodkowski tra l’altro era legato a diverse attività all’estero. Quando seguivate quella pista da vicino …
Von Bülow: … abbiamo trovato per esempio una pista a Rostock, dove Schalk aveva organizzato un deposito di armi. E poi ci siamo imbattuti nella filiale di Schalk a Panama e poi in Manuel Noriega, che per molti anni è stato insieme presidente, trafficante di droga e tramite per il lavaggio di denaro sporco. E Noriega era anche sul libro paga della CIA per 200.000 dollari all’anno. Sono cose che mi hanno dato da pensare.
Tagesspiegel: Lei ha scritto un libro sulle trame della CIA e consorti ed è divenuto esperto degli strani fenomeni legati all’attività dei servizi segreti.
Von Bülow “Strani fenomeni” non è il termine adatto. Quello che si faceva e ancora si fa in nome dei servizi segreti è una vera e propria attività criminale.
Tagesspiegel: Che definizione darebbe del lavoro dei servizi?
Von Bülow: A scanso di equivoci, io ritengo del tutto ragionevole avere dei servizi segreti.
Tagesspiegel: Lei non sembra affatto convinto della proposta dei Verdi che vorrebbero smantellare i servizi.
Von Bülow: No infatti. Bisogna essere in grado di dare un’occhiata dietro le quinte. Cercare di ottenere informazioni sulle intenzioni del nemico è una cosa logica. E’ importante cercare di mettersi nei suoi panni. Ma per comprendere i metodi della CIA bisogna prendere in esame i suoi compiti più importanti che sono le operazioni clandestine: a un livello più basso di quello della guerra aperta e prescindendo completamente dal diritto internazionale, alcuni stati esteri vengono presi di mira mediante l’organizzazione di insurrezioni, di attacchi terroristici, legati spesso al commercio della droga e delle armi e al lavaggio di denaro sporco. La sostanza è molto semplice. Gruppi violenti vengono riforniti di armi.. Siccome però si deve evitare ad ogni costo che si sappia che dietro c’è un servizio segreto, tutte le tracce vengono occultate con l’impiego di enormi risorse. I servizi segreti di questo tipo impiegano, penso, il 90% del loro tempo in questo modo, cioè per creare false piste. Così se qualcuno sospetta la collaborazione di questi enti viene accusato di soffrire di cospirazionite. La verità verrà fuori solo molti anni dopo. Il capo della CIA Allen Dulles lo aveva detto chiaramente: “in caso di dubbio mentirei anche di fronte al Congresso!”
Tagesspiegel: Il giornalista statunitense Seymour M. Hersh ha scritto sul New York Times che anche gli esperti della CIA e del governo ritenevano che certe piste fossero state fabbricate per confondere gli inquirenti. Chi avrebbe potuto far ciò, signor Von Bülow?
Von Bülow: Questo non lo so. Come potrei? Mi limito a usare il semplice buon senso e … Insomma. I terroristi hanno agito in modo da attirare l’attenzione. Come la storia dei musulmani praticanti che entrano in un locale di spogliarello, si ubriacano e mettono dei biglietti di banca nelle mutande della ballerina.
Tagesspiegel: Succede anche questo.
Von Bülow: Forse. Lottando da solo non posso certo provare niente. E’ al di là delle mie possibilità. E tuttavia ho qualche difficoltà a immaginare che tutto ciò sia opera dello spirito di un uomo malvagio dalla sua caverna.
Tagesspiegel: Signor Von Bülow, Lei stesso dice di essere solo a sostenere questa critica. In passato Lei era parte del mondo politico, adesso è piuttosto in disparte.
Von Bülow: Questo a volte può rappresentare un problema, ma ci si abitua. Tra parentesi, conosco molta gente, anche personaggi influenti, che sono d’accordo con me, ma solo a bassa voce, mai in pubblico.
Tagesspiegel: Ha ancora contatti con i suoi vecchi compagni della SPD come Egon Bahr e l’ex cancelliere Helmut Schnidt?
Von Bülow: Non ho più contatti stretti. Volevo andare all’ultimo congresso dell’SPD ma mi sono ammalato.
Tagesspiegel: Si considera il prtavoce tipico dell’antiamericanismo?
Von Bülow: E’ assurdo. Quello che penso non ha niente a che vedere con l’antiamericanismo. Sono un grande ammiratore di quella società aperta e libera e lo sono sempre stato. Ho studiato negli Stati Uniti.
Tagesspiegel: Come Le è venuta l’idea che ci possa essere un rapporto tra gli attacchi e i servizi segreti statunitensi? Von Bülow: Si ricorda del primo attacco contro il Worl Trade Center nel 1993?
Tagesspiegel: Ci sono stati sei morti e più di un migliaio di feriti per l’esplosione di una bomba.
Von Bülow: Al centro c’era il costruttore della bomba, un ex ufficiale egiziano, che ha raccolto intorno a sè alcuni musulmani per l’attacco. La CIA li ha fatti entrare nel paese nonostante il divieto di reingresso da parte del Dipartimento di Stato. Il capo della banda era al tempo stesso anche informatore dell’FBI e si era accordato con le autorità: all’ultimo momento l’esplosivo doveva essere sostituito con una polvere inoffensiva. L’FBI non ha rispettato l’accordo. La bomba dunque è esplosa con la conoscenza, per così dire, dell’FBI. La storia ufficiale del crimine fu poi presto scritta: i responsabili erano dei criminali musulmani.
Tagesspiegel: Quando le truppe sovietiche entrarono in Afghanistan lei era al governo con Helmut Schmidt. Come fu presa la cosa?
Von Bülow Gli statunitensi premevano per sanzioni commerciali e pretendevano il boicottaggio dei giochi olimpici di Mosca …
Tagesspiegel: … che il governo tedesco adottò.
Von Bülow: E oggi sappiamo che si trattava di una strategia formulata da Zbigniew Brzezinski, consigliere per la sicurezza del governo degli Stati Uniti, per destabilizzare l’Unione Sovietica partendo dai paesi musulmani confinanti. Hanno attirato i russi in Afghanistan e poi gli hanno preparato l’inferno in terra, il loro Vietnam. Col sostegno decisivo dei servizi segreti statunitensi almeno 30.000 combattenti musulmani erano stati addestrati in Afghanistan e Pakistan, un’accozzaglia di elementi fanatici che erano e tuttora sono pronti a tutto. Uno di loro si chiamava Osama Ben Laden. Già diversi anni or sono ebbi modo di scrivere che «da quella nidiata sono venuti i Talebani che, cresciuti nelle scuole coraniche finanziate con fondi statunitensi e sauditi, si sono impadroniti dell’Afghanistan che ora terrorizzano e distruggono».
Tagesspiegel: Lei dice che per gli Stati Uniti è un problema di materie prime nella regione e tuttavia il punto di partenza dell’aggressione è stato l’attacco terroristico che è costato migliaia di vite umane.
Von Bülow: E’ vero. Non dobbiamo perdere di vista l’attacco terroristico. Tuttavia, analizzando politicamente i processi è lecito porsi degli interrogativi e constatare chi ne ha tratto vantaggio e chi è stato danneggiato e i fattori attribuibili a coincidenze. Per chi ha dei dubbi vale la pena guardare una carta geografica e segnarvi le principali fonti di materie prime e le vie che le collegano. Poi le si può sovrapporre una mappa delle guerre civili e dei conflitti e si vedrà che coincidono. E anche una terza carta coincide con le prime due: quella che riporta gli snodi fondamentali del commercio della droga. Queste coincidenze dimostrano che i servizi segreti non sono lontani. Bisogna anche sapere che la famiglia Bush è legata al petrolio, al gas e al commercio delle armi tramite la famiglia Ben Laden.
Tagesspiegel: Che cosa pensa dei video di Ben Laden?
Von Bülow: Quando si ha a che fare con i servizi segreti non è difficile immaginare manipolazioni di ogni sorta. Hollywood avrebbe potuto fornire le tecniche Non ritengo affatto che i video rappresentino una prova adeguata.
Tagesspiegel: Pensa che la CIA sia capace di qualsiasi cosa?
Von Bülow: La CIA nel quadro degli interessi dello stato non è tenuta a rispettare nessuna legge nei suoi interventi all’estero e non è limitata dal diritto internazionale. Il presidente dà le direttive. Se poi vengono ridotti i fondi e all’orizzonte si intravede la pace, allora da qualche parte esplode una bomba. Ciò dimostra che non si possono trascurare i servizi segreti e si comprende che i loro critici siano considerati “dei pazzi”, secondo l’espressione usata da Bush senior, capo della CIA e presidente. Bisogna rendersi conto che gli Stati Uniti spendono 30 miliardi di dollari per i servizi segreti e 13 miliardi per l’attività antidroga. E il risultato qual’è? Il capo di un’unità speciale antidroga, in preda allo sconforto dopo trent’anni di servizio, dichiarò che ogni volta che mettevano le mani su qualche cosa di importante, interveniva la CIA per sottrarre loro la competenza.
Tagesspiegel: Lei critica il governo tedesco per le sue reazioni dopo l’11 settembre?
Von Bülow: No. Ritenere che il governo potesse essere indipendente su queste faccende sarebbe ingenuo.
Tagesspiegel: Signor Von Bülow, che farà ora?
Von Bülow: Niente. Il mio compito è concludere dicendo che non è possibile che i fatti si siano svolti come ci viene raccontato. Cercate la verità.