Saviano critica Gramsci, polemiche a sinistra

di Daniele Cardetta | www.articolotre.com

savianoLo scrittore napoletano, prendendo spunto da un’opera di Orsini, tesse l’Elogio dei riformisti. E attacca Antonio Gramsci, definendolo alla stregua di un maestro dell’intolleranza. Da sinistra arrivano reazioni durissime.

Dopo la riflessione di Saviano intitolata “Elogio del riformismo” e pubblicata sul quotidiano “La Repubblica” come recensione del libro di Orsini “Gramsci e Turati”, in molti hanno reagito esternando parecchi malumori, soprattutto relativamente alla parte in cui l’autore di “Gomorra” si è scagliato nientemeno che contro Antonio Gramsci, considerato alla stregua di un “fomentatore di violenza”. Orsini, del resto, ammette di volere documentare come Gramsci sia stato un “grande maestro della pedagogia dell’intolleranza del secolo passato”.

“SAVIANO NON SA DI COSA PARLA”. Uno dei più famosi studiosi di Gramsci, Angelo D’Orsi, contattato telefonicamente da Articolotre, è durissimo : “il problema è che Saviano andava fermato prima, l’avete costruito voi dei media, ed è difficile poi abbattere gli idoli: ora gli è concesso di parlare su qualunque tempo, è diventato opinionista su qualunque tematica.

Ieri l’ha fatta fuori del vaso, citando il libro di Orsini che è una porcheria: già in precedenti opere questo studioso si spinse a individuare Gramsci come il “nonno” delle Br”. “Ma mi chiedo, continua D’Orsi. Saviano ha mai letto una riga di Gramsci, cioè dell’autore italiano più studiato all’estero? Non credo proprio, inoltre questa contrapposizione con Turati è grottesca, l’analisi viene fatta senza tenere presente la contestualizzazione, che è fondamentale per dare un giudizio. E poi di quale Gramsci si parla? Quello del 20-21 o quello del 25? Per entrare nel merito, lui aveva una concezione unitaria della sinistra, non solo tra Nord e Sud ma anche tra le diverse anime, dopodiché è finito in galera”. “Saviano- conclude D’Orsi- partendo da un’ interpretazione strumentale e sbagliata di Orsini, dimostra di non sapere di cosa sta parlando: è incompetente e ideologico”.

POLEMICA POLITICA. La posizione di Saviano ha mandato su tutte le furie diversi ambienti della sinistra (e non) italiana, scatenando la reazione di Flavio Arzarello, responsabile comunicazione del Pdci – Fds, che ha voluto rispondere con un comunicato a Saviano: “Con tutto il rispetto per Saviano, per la lotta alla camorra e per quello che rappresenta”, ha detto ieri Arzarello, “l’articolo di questa mattina ”Elogio dei riformisti” è un distillato di cliché. Da Gramsci dipinto come fomentatore di violenza, ai luoghi comuni sulla sinistra attuale, in un minestrone che lega Gramsci, Cuba, Hezbollah e Hamas, siamo vicini ai ‘grandi classici’ dell’anticomunismo, degni della diceria sui bambini che venivano mangiati”. La reazione di Arzarello non è piaciuta al Partito Socialista Italiano che, per bocca di Marco Di Lello, coordinatore della segreteria nazionale del Psi, ha voluto rispondere colpo su colpo alla dichiarazione del responsabile comunicazione del PdCI. Di Lello si è del tutto allineato sulle posizioni di Saviano, ribadendo un attacco a Gramsci che è sembrato effettivamente abbastanza fuori luogo, e non solo ai comunisti. “La intollerante dichiarazione di Flavio Arzarello conferma appieno la bonta’ della riflessione di Saviano” , ha attaccato Di Lello, “Se fossi comunista, e dunque aduso agli insulti secondo il dettame di Gramsci potrei rispondere che la mamma dei cretini e’ sempre incinta, ma essendo da sempre laico, libertario e socialista continuo a ritenere chi la pensa diversamente da me mai un nemico e neanche necessariamente un avversario, potendo imparare anche dall’ascolto delle ragioni altrui. E’ anche questo, il coltivare il dubbio, che distingue i riformisti dai massimalisti”, poi ha concluso: “I lettori e gli elettori hanno oggi, grazie al testo di Orsini e a Saviano che lo ha recensito, uno strumento in più’ per scegliere a chi affidarsi, in una divisione che sembra novecentesca ma che e’ invece più’ attuale che mai”. Una risposta a toni accesi quella dell’esponente socialista, che evidentemente ha così ammesso di non avere in simpatia Antonio Gramsci. A stretto giro di posta è arrivata la controreplica di Arzarello, che ha confidato di tenere in grande considerazione la storia del socialismo riformista: “Io, pur rivendicando con orgoglio la storia comunista, di fronte a personaggi come Turati o ancor di più come Matteotti, mi tolgo il cappello, vorrei che i neosocialisti facessero lo stesso di fronte a personaggi della caratura di Antonio Gramsci. Comunque non prendo lezioni di storia, Di Lello mi attacchi pure, ma lasci stare Gramsci, un intellettuale geniale e un grande dirigente politico che è tenuto in conto, rispettato e studiato in tutto il mondo, America compresa”.