Per l’unità della classe operaia

di Erman Dovis

sicurezza-lavoroSta diventando pensiero diffuso, a sinistra, la concezione che la classe operaia abbia perso coscienza di sé e del suo ruolo, sia rinunciataria, non esista più. Quanto accaduto in questi mesi in Val Vibrata dimostra invece quanto false siano queste “nuove teorie”, create ad hoc per giustificare strabilianti teorizzazioni, nuovi socialismi del XXI secolo e cose varie e eventuali, teorie portate avanti da compagni spesso estranei al proletariato, ma che si ammantano di una veste di estrema sinistra, che non hanno fiducia nel ruolo storico emancipatore della classe operaia. La lotta dei lavoratori della Carbotech di Martinsicuro, degli operai della Eurocarbo di Corropoli, della Bontempi di Martinsicuro, della Ruzzo Reti ci danno un quadro in cui la classe operaia lotta e ribatte colpo su colpo, in condizioni durissime di isolamento ed accerchiamento, all’offensiva padronale che vuole cancellare contratti di secondo livello e appesantire i tempi di lavoro, alla strategia monopolista che assorbe e impone la chiusura di importanti aziende di respiro nazionale, al tentativo dei grandi gruppi privati di creare un clima scandalistico per giustificare la privatizzazione di enti regionali.

Le condizioni di lotta ed i risultati che si ottengono rispecchiano la situazione generale di un’offensiva monopolista restauratrice che divide e disgrega l’intera società: senza alcun appoggio, circondati da un muro di gomma e di classe che isola e circonda la classe operaia, i lavoratori non si piegano, a differenza della visione pessimistica di un nugolo di intellettuali. Seduti sui loro comodi divani, sorseggiando del brandy francese, costoro danno lezioni e pagelle, istigano alla divisione ironizzando sul risultato ottenuto in una data vertenza, ignorando completamente la situazione generale ed i rapporti di forza in campo. Non si pongono essi il problema che si pone l’operaio con scientifica concretezza, e cioè che esiste uno scarto tra la visione ideale delle cose e il proprio bambino che deve andare a scuola, a cui servono i testi scolastici, e poi ci sono le bollette da pagare, magari anche un mutuo che ti condanna a una specie di ergastolo. La realtà, per chi la vita la affronta in tutta la sua durezza, si impone su ogni filosofia astratta. Ecco perchè capita di firmare un contratto sfavorevole: per le condizioni generali imposte e perchè la classe operaia è isolata. Su queste condizioni date bisogna riflettere, e zittire i menagrami piccolo-borghesi con il loro schematismo ideologico, che incitano alla divisione celandosi dietro linguaggi radicali e accattivanti. Lavorare invece a rompere l’accerchiamento, unificare le lotte della Eurocarbo con quelle della Carbotech, della Bontempi con quelle della Ruzzo Reti, ed essi tutti con la lotta contro la riforma e la soppressione dei tribunali, per fare un esempio. Nell’attuale epoca di crisi del capitalismo, la classe monopolista rastrella ferocemente denaro andando a colpire categorie che fino a ieri erano considerate privilegiate: piccola e media imprenditoria, commercianti, lavoratori intellettuali. 

E’ nell’interesse generale lottare contro il potere della classe monopolista e contro le multinazionali, contro i grandi padroni che posseggono le banche ed i grandi gruppi finanziari, che determinano le attuali politiche antioperaie e antipopolari, che spingono il continente verso devastanti guerre interstatuali.

Perchè è quello che accadrà. L’unità della classe operaia e dei lavoratori è la risposta alla frammentazione delle lotte, che è scientificamente imposta, cosi’ come funzionali ai monopolisti sono le divisioni sindacali.

Esistono le condizioni per rompere l’isolamento e creare un grande movimento di massa, un ampio fronte democratico antimonopolista diretto dalla classe operaia.

La questione del resto si pone con estrema urgenza.