Hiroshima e il Giappone imperialista

hiroshima 2423158kdi Albano Nunes* | da www.avante.pt

Traduzione di Marx21.it

70 anni fa l’imperialismo nordamericano commise il maggiore crimine di guerra che la Storia registri. Il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che causò immediatamente la morte di centinaia di migliaia di civili e che lasciò dietro di sé un lascito di terribili lesioni e sofferenze che ancora oggi continuano, è una tragedia che non potrà mai essere dimenticata, come dimenticati non potranno essere i suoi responsabili. E’ stato un crimine mostruoso che gli USA giustificarono allora e continuano a giustificare oggi con l’argomento secondo cui in tal modo avrebbero obbligato il Giappone ad arrendersi risparmiando un numero incalcolabile di vite umane. Si tratta di una menzogna spudorata. Il Giappone era già praticamente sconfitto. Terminata la II Guerra Mondiale in Europa, l’Esercito Rosso si trovava finalmente nelle condizioni, nei precisi termini del calendario concordato alla Conferenza di Jalta, di dislocare un grande numero di divisioni nel teatro di guerra dell’Estremo Oriente e passare all’offensiva per schiacciare il militarismo giapponese.

Ma, per paradossale che sembri, si trattava di ciò che precisamente gli “alleati” imperialisti volevano evitare. Davanti all’immenso prestigio dell’URSS e all’avanzata delle forze del progresso sociale, della liberazione nazionale e del socialismo – particolarmente evidente in Asia con le rivoluzioni cinese, vietnamita e coreana – gli USA misero in atto senza scrupoli la loro decisione di “contenere il comunismo” con ogni mezzo, compresa l’esibizione del monopolio dell’arma atomica e la minaccia del suo utilizzo. Ancora la guerra non era finita che già la principale potenza imperialista scatenava la “guerra fredda” nel quadro della sua strategia di confronto con il campo socialista e di dominio mondiale. Sono state la lotta per il progresso sociale e la pace e la conquista da parte dell’URSS della parità militare strategica ad evitare che l’imperialismo scatenasse una nuova guerra dalle catastrofiche dimensioni.

Le sofferenze del popolo giapponese con la guerra – oltre alla tragedia di Hiroshima e Nagasaki, Tokyo e più di duecento città furono bombardate – condussero allo sviluppo in Giappone di un poderoso movimento per l’abolizione dell’arma nucleare e per la consacrazione nella Costituzione giapponese della rinuncia al militarismo e alla guerra e dell’interdizione del riarmo del paese. E’ perciò inquietante che, 70 anni dopo la fine della 2° Guerra Mondiale, l’imperialismo giapponese, in alleanza con gli USA, torni a proclamare pericolose ambizioni espansioniste e il governo reazionario di Shinzo Abe, che tra l’altro rifiuta di riconoscere i terribili crimini di guerra praticati (in particolare in Cina), proponga nel Parlamento giapponese un nuovo progetto di “legge di sicurezza”, anticostituzionale, che permetta di usare la forza militare contro altri popoli.

Oggi i tamburi di guerra, insieme al pericolo di un’ecatombe nucleare, tornano nuovamente a suonare. Con la fine dell’URSS è scomparsa la forza poderosa che obbligava l’imperialismo a non mostrare gli artigli. La lotta per il disarmo e per la pace è diventata più difficile. Ma non per questo la guerra deve considerarsi inevitabile. E’ certo che imperialismo e guerra vanno di pari passo e che finché il sistema capitalista non sarà sradicato dalla faccia della terra i pericoli di guerra sussisteranno. Ma la storia sono le masse popolari e la loro lotta organizzata a scriverla e i comunisti non desistono mai dalla lotta e non zoppicano di fronte alle difficoltà.

La forza materiale delle idee è immensa. Non a caso è attorno alla verità storica che la lotta ideologica è particolarmente acuta. Non dimenticare la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, le circostanze storiche che l’hanno provocata e i suoi responsabili, è dare più forza alla lotta per il disarmo, per l’abolizione dell’arma nucleare, per la pace.

*Albano Nunes fa parte della Segreteria del Partito Comunista Portoghese (PCP)