Conferenza Internazionale “La Pace Globale contro l’Interventismo e l’Imperialismo Globale”

folla paceDocumento finale

Forum Belgrado per un Mondo di Eguali – Belgrado 22-23 marzo 2014

Il Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, la Serbian Host Society, il Club dei Generali ed Ammiragli di Serbia e l’Associazione dei Veterani di Serbia (SUBNOR), in coordinamento con il Consiglio Mondiale della Pace, il 22 e 23 Marzo 2014 hanno indetto la Conferenza Internazionale “La Pace Globale contro l’Interventismo e l’Imperialismo Globale”. La Conferenza si è tenuta in occasione del 15° anniversario dell’aggressione armata della NATO contro la Serbia ed il Montenegro (La Repubblica Federale di Jugoslavia). Il motto della conferenza era “Per non dimenticare”.

Più di 500 scienziati, esperti e personaggi influenti nei settori delle relazioni internazionali e della sicurezza provenienti da 50 paesi d’Europa e del mondo hanno preso parte ai lavori della Conferenza.

I partecipanti alla Conferenza hanno reso omaggio alle vittime del bombardamento durato 78 giorni e deposto corone di fiori ai memoriali. Hanno onorato tutte le vittime dell’aggressione illegale della NATO contro la Serbia e il Montenegro e hanno espresso il loro profondo rispetto per l’Esercito Popolare, il Governo Federale, il Presidente dell’ex Jugoslavia Slobodan Milosevic e per tutti gli eroici combattenti e resistenti. Hanno anche ricordato le vittime dell’aggressione NATO successive al 1999, la continua persecuzione dei leader politici e militari che difendevano il paese e che sono stati mandati al Tribunale dell’Aja, tra cui il presidente Milosevic ed altri che lì morirono. Nel considerare questo tribunale illegale come uno strumento di propaganda della NATO e di ricatto politico, i partecipanti ne richiedono lo scioglimento.

Il dibattito si è svolto con un dialogo costruttivo e tollerante per quanto riguarda gli aspetti più importanti ed i problemi riguardanti la pace e la sicurezza internazionale. Le esposizioni si sono concentrate principalmente sui modi per mantenere la pace e per fermare l’interventismo globale e sulla destabilizzazione di certi paesi, causa di crisi di tutto il mondo, che mina l’ordine internazionale giuridico e politico e spinge il mondo verso un grave conflitto.

I partecipanti hanno analizzato le cause e le conseguenze dell’aggressione della NATO nel 1999 in Serbia e nei Balcani, ma anche le sue ripercussioni a livello mondiale per la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo.

Oltre a questo, i partecipanti alla Conferenza hanno convenuto quanto segue:

– L’aggressione della NATO contro la Serbia e il Montenegro (la Repubblica Federale di Jugoslavia) del marzo 1999 è stata una guerra imposta contro uno Stato Europeo indipendente e sovrano, in palese violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale, in particolare della Carta delle Nazioni Unite e dell’Atto Finale di Helsinki. Questa è stata un’aggressione commessa senza il consenso del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Perciò è stato un crimine contro la pace e l’umanità ed è stata la svolta verso l’interventismo globale, verso gravi violazioni dell’ordinamento giuridico internazionale e verso la negazione del ruolo delle Nazioni Unite. In seguito è stato utilizzato come modello di interventismo in una serie di casi come in Afghanistan, Iraq, Libia, Mali ed altri.

– Le principali potenze occidentali, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, seguite dagli altri Membri della NATO, 19 in tutto, hanno creato nuovi eufemismi nel tentativo di attribuire una parvenza di legittimità a questo crimine contro la pace e l’umanità. Il cosiddetto “intervento umanitario” è stato solo una copertura per le uccisioni indiscriminate di civili in Serbia, tra cui bambini, disabili e anziani, per la distruzione dell’economia e delle infrastrutture, comprese scuole, ospedali, treni passeggeri e case. L’uso di missili con uranio impoverito ha contaminato l’ambiente con conseguenze gravi e di vasta portata per la salute delle generazioni attuali e future.

– Dal momento che questo è un crimine contro la pace e l’umanità ed è una grave violazione delle norme fondamentali del diritto internazionale, gli Stati membri della NATO hanno la piena responsabilità legale dell’aggressione, compresa la responsabilità per i danni inflitti, dell’ordine di oltre 100 miliardi di dollari, ed anche la responsabilità dell’uso di armi con uranio impoverito e altri ordigni illegali di distruzione di massa . La Serbia ha il diritto di avviare procedimenti davanti alle sedi internazionali competenti contro l’Alleanza NATO e contro tutti i suoi Stati membri che hanno partecipato all’aggressione, al fine di esercitare il diritto al risarcimento dei danni di guerra alla Serbia e al Montenegro, nonché alle singole persone che hanno subìto questa aggressione.

– Questa aggressione armata è continuata con l’impiego di altri mezzi non militari. La dimostrazione si è vista nel cambiamento violento di potere nel colpo di stato del 5 Ottobre 2000, che è stato avviato, finanziato e sostenuto dagli Stati membri della NATO; in tutti i tipi di ricatti e minacce che mirano a costringere la Serbia a rinunciare alla sua sovranità di stato in Kosovo e Metohija come cuore storico, culturale e di civiltà; nell’ignorare la Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che garantisce la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia. Alla fine, questo ha portato all’illegale e incostituzionale separazione unilaterale del Kosovo e Metohija nel 2008, che è stata seguita dal riconoscimento formale dalla maggior parte dei paesi membri della NATO. L’aggressione di USA e NATO del 1999 ha gravemente violato la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione del 1970 sui principi del diritto Internazionale, l’Atto Finale di Helsinki, la Carta di Parigi per una Nuova Europa e cinque risoluzioni del Consiglio di Sicurezza del 1998-2008, comprese le risoluzioni 1244 e 1785.

– Subito dopo la fine dell’aggressione, è stata costruita una grande base militare USA in Kosovo e Metohija , “Camp Bondsteel “, il primo e fondamentale anello della catena delle nuove basi USA in Bulgaria, Romania, Polonia, Repubblica Ceca, e in altri paesi dell’Europa dell’Est. L’aggressione della NATO contro la Jugoslavia ha in pratica accelerato la corsa agli armamenti, la militarizzazione dell’Europa e l’attuazione della strategia USA/NATO/UE di “espansione orientale”.

– L’aggressione contro la Serbia e il Montenegro (RFJ), iniziata nel marzo del 1999, è servita come modello per l’interventismo globale di USA/NATO/UE. In pratica ciò si traduce nella facoltà di Stati Uniti, NATO ed Occidente di intervenire militarmente o altrimenti, per realizzare i loro interessi economici o strategici. Rovesciare i governi legittimamente eletti e rimpiazzarli con regimi fantoccio è diventata parte integrante del cosiddetto “processo di democratizzazione”.

– La NATO ha sempre operato come un’alleanza militare aggressiva al servizio dell’espansione e degli obiettivi imperialistici e neo-colonialisti delle principali potenze Occidentali. L’esperienza finora indica che la strategia della NATO di interventismo globale lascia dietro di sé un caos totale nelle relazioni internazionali, enormi perdite umane, divisioni, angoscia e duratura miseria in tutti i paesi e le regioni vittime di tale politica.

– La NATO è responsabile del tracollo dell’ordinamento giuridico internazionale, del disfacimento delle Nazioni Unite, e sta provocando una nuova corsa agli armamenti, una militarizzazione dell’Europa , la crisi e la destabilizzazione di singoli paesi e regioni in tutto il mondo. Perciò la strategia della NATO va contro gli obiettivi di pace e sicurezza, contravviene ai valori democratici e di civiltà e viola i diritti umani fondamentali. Una tale alleanza non è adatta a paesi pacifici che considerano i loro interessi nel rispetto del diritto internazionale e delle Nazioni Unite. Questo è il motivo per cui i partecipanti alla Conferenza hanno richiesto lo scioglimento della NATO in quanto retaggio della Guerra Fredda , hanno chiesto di uscire dalla politica di libero interventismo, e chiedono il rispetto della libertà, dell’indipendenza e dell’uguaglianza di tutti i paesi e le nazioni.

– Esportare la democrazia e dettare modelli culturali e di civiltà è diventato una strategia comune di tutte le potenze occidentali, soprattutto degli Stati Uniti, nella loro aspirazione a governare il mondo secondo le proprie norme ed in linea con i propri interessi egoistici. L’imposizione di tali modelli culturali e di civiltà è un atto di violenza che si traduce quasi sempre in conflitti, disordini interni e frammentazioni e divisioni più profonde; nel corso del tempo, questo tende a minare la pace nel mondo e diventa una scusa perfetta per ingerenze militari esterne. Questo è il modello che ha creato le cosiddette “rivoluzioni colorate” in Georgia, Venezuela e Ucraina e dirottato la “rivoluzione della primavera araba “, devastando e portando indietro l’orologio di diversi decenni, come è successo anche in Libia, Egitto e Siria.

– La strategia dell’interventismo comprende motivazioni e scopi diversi. Questi includono il controllo delle risorse naturali e dello sviluppo, la ridistribuzione delle risorse e la riconfigurazione geopolitica del mondo, a svantaggio e a spese del prescelto avversario geopolitico. In questo modo gli USA /NATO/UE hanno pianificato la crisi in Ucraina, di cui non si vede ancora la fine. Si può dire che la crisi ucraina è la singola minaccia per la pace più pericolosa dopo la fine della Guerra Fredda. Invece di riconoscere l’Ucraina come un collegamento naturale tra la Russia e l’Europa, l’Occidente ha scelto di intervenire, dislocando artificialmente questa connessione dal suo ambiente culturale, civile e geopolitico naturale e spostandola verso ovest. Nel perseguire questa politica, l’Occidente non ha tenuto conto dei possibili conflitti all’interno dell’Ucraina e che avrebbe messo a rischio gli interessi vitali della Russia. Questo pericoloso gioco geopolitico è stato gestito dall’America, dalla NATO e dall’ UE contro la Russia come una guerra per procura a scapito dell’Ucraina, con la “buona” ma falsa scusa di essere fatta a vantaggio degli ucraini e della loro struttura sociale democratica, ignorando completamente gli effetti di tale politica riguardo gli interessi dell’Ucraina, della sua gente, della pace e della sicurezza in Europa e nel mondo. I partecipanti alla Conferenza si impegnano per una soluzione politica e pacifica, priva di interferenze e pressioni esterne, cioè per una soluzione che garantisca la volontà del popolo ucraino e rispetti il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente . Tale soluzione comporta l’abbandono della pericolosa “espansione orientale” già causa di destabilizzazione in Europa. I partecipanti hanno espresso soddisfazione che il popolo di Crimea abbia usato il suo diritto all’autodeterminazione che ha portato alla riunificazione con la Russia.

– I partecipanti alla Conferenza hanno espresso il loro pieno sostegno per l’integrità e la sovranità territoriale della Serbia, compresa la risoluzione della questione del Kosovo e Metohija in linea con la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Hanno sostenuto le seguenti richieste: il ritorno gratuito, sicuro e dignitoso di 250.000 serbi espulsi e altri non-albanesi alle loro case in Kosovo e Metohija; la restituzione delle proprietà usurpate della chiesa, dello stato, comuni e private; la ricostruzione delle 150 chiese e monasteri distrutti della Chiesa ortodossa serba, di centinaia di cimiteri serbi dissacrati e devastati e di migliaia di case serbe bruciate; la conduzione di indagini efficaci sul traffico di organi umani; accertare il destino di tutti i rapiti e dispersi serbi del Kosovo e Metohija e di individuare e assicurare alla giustizia i colpevoli di tutti gli altri crimini commessi contro i serbi in Kosovo e Metohija per i quali, finora, nessuno è stato ritenuto responsabile e tanto meno condannato.

– I partecipanti alla Conferenza hanno accolto l’opportuna iniziativa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha proclamato il 2014 come anno internazionale di solidarietà con il popolo della Palestina. Nel ritenere che questa iniziativa meriti un forte sostegno delle forze di pace nel mondo, la Conferenza ha inviato richieste per un immediato ritiro delle forze di occupazione israeliane da tutti i territori palestinesi, per la creazione dello stato indipendente di Palestina, entro i confini del luglio 1967, con Gerusalemme Est come sua capitale, per il diritto al ritorno per i profughi palestinesi, sulla base della risoluzione 194 delle Nazioni Unite e per la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi detenuti. L’adempimento di queste richieste è di interesse vitale per il popolo palestinese e per l’avvio di una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

– I partecipanti hanno espresso solidarietà con i popoli dell’America Latina nei loro sforzi per salvaguardare la libertà, l’indipendenza e la sovranità dalla aggressiva strategia imperiale USA. Richiedono la chiusura della base di Guantanamo e l’abolizione del blocco contro Cuba ed la liberazione dei cinque prigionieri politici cubani detenuti nelle carceri americane.

– Respingendo le politiche e le azioni che mettono in pericolo la pace e la sicurezza, i partecipanti alla Conferenza hanno denunciato i piani e le azioni volte a destabilizzare la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Azioni violente coordinate a Caracas e in altre parti del Venezuela sono parti della strategia impiegata dagli oligarchi locali e da attori esterni, destinate ad invalidare il funzionamento del governo legittimamente eletto e di imporre cambiamenti politici di loro scelta, ma contro gli interessi del popolo venezuelano, per mezzo di sabotaggi, provocazioni violente e ricatti. Nel condannare questi tentativi, i partecipanti alla Conferenza hanno espresso la loro solidarietà con il popolo venezuelano ed il loro supporto ai suoi coraggiosi sforzi per conservare la libertà, l’orgoglio e la sovranità del Venezuela e di decidere del proprio futuro.

– I partecipanti hanno espresso preoccupazione per la revisione sistematica ed organizzata della storia europea del XX secolo, in particolare la revisione dell’esito della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Questa revisione può servire obiettivi imperialisti per ridisegnare i confini internazionali con conseguenze imprevedibili. Noi condanniamo la riabilitazione occidentale del fascismo ed i tentativi di equiparare il comunismo con il nazismo.

– I partecipanti alla conferenza hanno dedicato particolare attenzione alla crisi economica globale del capitalismo che ha portato non solo ad una stratificazione sociale senza precedenti e ad un impoverimento della popolazione mondiale, ma anche ad una crisi, imposta artificialmente, del debito in un certo numero di paesi un tempo economicamente molto ricchi, come Grecia, Spagna , Portogallo, Italia e Cipro. La crisi globale è comparsa soprattutto nei paesi che ritenevano di essere i centri della civiltà globale e dell’ordine sociale più avanzato, paesi che non avevano alcuna necessità di conflitti sociali e contrasti. Gli indicatori chiave di questa crisi comprendono la disoccupazione di massa, soprattutto tra i giovani, l’elevato indebitamento dei paesi, il declino delle attività economiche, ecc.

– E ‘ovvio che è stato imposto all’Europa ed alla maggior parte del mondo un modello culturale, politico ed economico neo-liberista che non funziona. Nella ricerca della via d’uscita da questa situazione di stallo universale, i paesi più potenti stanno cercando di spostare il peso della crisi su altri paesi e nazioni, quelle che in senso peggiorativo chiamano “la periferia globale”, mentre nel frattempo lottano per vincere la gara per il prestigio mondiale, rovesciando a forza i regimi che non piacciono. Tutto ciò aumenta semplicemente la conflittualità della scena internazionale, accrescendo la possibilità di ogni tipo di conflitti, da quelli interni e regionali a quelli globali.

– I partecipanti alla Conferenza hanno rilevato con preoccupazione che in Europa ci sono ancora infrastrutture avanzate degli Stati Uniti quali difese contro i missili, armi nucleari tattiche e forze convenzionali che destabilizzano l’atmosfera regionale e globale.

– La crisi economica globale non può essere risolta semplicemente con la stampa di nuove migliaia di miliardi di dollari e con rattoppi improvvisati al sistema esistente. La risoluzione della crisi può avvenire solo abbandonando il concetto neo-liberista e sviluppando una nuova società più umana, per la giustizia sociale, l’uguaglianza ed una vita migliore per tutti i popoli e le nazioni del pianeta. L’attenzione del nuovo sistema di relazioni sociali deve essere focalizzato sulle persone e sulle loro esigenze economiche, sociali, culturali e umanitarie, e non sui profitti e sugli interessi egoistici delle cosiddette élites economiche e politiche .

– Una parte importante di questa Conferenza Internazionale è stato il Forum dei Giovani, che ha stabilito che sono la crisi globale, la globalizzazione e l’interventismo principalmente a minacciare i diritti e le prospettive delle giovani generazioni. In numerosi paesi, in Europa e nel mondo , i giovani sotto i 30 anni costituiscono circa il 60% del numero totale dei disoccupati. I giovani chiedono modifiche urgenti nei rapporti sociali ed internazionali, che garantiscano l’impegno attivo dei giovani nelle tendenze economiche, politiche e sociali e la loro assunzione di responsabilità per il proprio futuro a livello nazionale e internazionale. I giovani lottano per una società giusta e per i diritti umani universali come il diritto al lavoro, l’ istruzione gratuita, la sicurezza sociale e l’assistenza sanitaria. I giovani vogliono la democratizzazione delle relazioni internazionali, il rispetto del diritto internazionale e condannano la corsa agli armamenti, la militarizzazione ed il neocolonialismo.

– Solo un mondo libero dal dominio dell’imperialismo e del militarismo avrà la possibilità di evitare il dramma della guerra. La crisi economica globale e le sue conseguenze sugli strati popolari sottolineano la necessità di superare il sistema che causa lo sfruttamento, le guerre e la miseria. E’ assolutamente inaccettabile e contrario al diritto internazionale che i centri di potere regionale, come la NATO e l’Unione europea, si vogliano imporre quale sostituto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

– L’unica vera comunità internazionale sono le Nazioni Unite , e non i membri autoproclamati di gruppi di potere regionali. Dobbiamo lottare per garantire il carattere universale del diritto internazionale e per avere uguali obblighi per paesi grandi e piccoli, sviluppati ed in via di sviluppo. Dobbiamo lottare anche più risolutamente per mantenere patrimoni di civiltà quali la libertà, l’etica e la dignità e rigettare con determinazione il capitalismo corporativo e l’imperialismo imposti dal capitale militare-industriale e della finanza.

I partecipanti alla conferenza hanno sottolineato che la realizzazione di questi obiettivi richiede un impegno attivo alla mobilitazione di tutti coloro che amano la pace, per contrastare e respingere qualsiasi aggressione militare e ambizione di conquista contro un qualunque paese, indipendentemente da chi sono i suoi leader. E’ necessaria allo stesso tempo una mobilitazione per richiedere lo sviluppo di relazioni internazionali democratiche, sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite, l’attuazione delle disposizioni di diritto internazionale, la stretta osservanza della inviolabilità e dell’indipendenza di tutti gli Stati, la loro integrità territoriale e l’affermazione del principio di non ingerenza negli affari interni. Il messaggio chiave della Conferenza è che dobbiamo lottare con tenacia per ottenere un mondo a misura d’uomo e continuare a credere in questa grandiosa utopia.

I partecipanti alla conferenza hanno espresso sincera gratitudine alla componente Serba per l’ottima riuscita della Conferenza Internazionale e per l’ospitalità ricevuta.

Belgrado, 23 marzo 2014
Traduzione a cura di Giorgio F. per Forum Belgrado Italia