La maggioranza dei turchi è contro l’aggressione alla Siria

di Murat Akad, Consiglio Nazionale del Partito Comunista di Turchia | da www.avante.pt

turchia nowarsiriaTraduzione di Marx21.it

L’aggressione contro la Siria fa parte di un piano generale dell’imperialismo, per il quale opera il governo turco. Naturalmente, la posizione del nostro partito è totalmente contraria al coinvolgimento della Turchia nell’aggressione contro la Siria, così come è contro qualsiasi aggressione imperialista ad altri paesi. Difendiamo il diritto del popolo siriano a decidere con le proprie mani il suo destino.

Inoltre, occorre osservare che il governo turco, che si trova al potere già da dieci anni, ha effettuato varie modifiche alla Costituzione e all’organizzazione dello Stato, in senso reazionario, con l’obiettivo di imporre una nuova politica che noi chiamiamo neo-ottomanismo.


Tale politica è indirizzata all’espansionismo, in primo luogo nel Medio Oriente, mirando a territori che facevano parte dell’Impero Ottomano. Riferendosi alla Siria e ai paesi del Medio Oriente, il primo ministro turco ha affermato apertamente in vari discorsi che tutti hanno fatto parte dell’Impero Ottomano e che, in un certo senso appartengono alla Turchia.

Per ora, il governo tenta di imporre questa nuova politica, non con la forza militare ma attraverso la pressione politica su questi paesi.

Se gli imperialisti avessero successo nei loro tentativi di rovesciare il regime di Bashar al-Assad, allora le forze reazionarie, compresa Al Qaeda e altre correnti fondamentaliste, prenderebbero il potere e cadrebbero sotto l’influenza del governo turco. Per questo, la resistenza della Siria ha un’importanza fondamentale per tutta la regione.

Infine, è da sottolineare che il 75,8 per cento della popolazione turca è schierata completamente contro gli attacchi alla Siria. In tal modo, sebbene il governo turco conservi un certo appoggio da parte della popolazione, nel caso di scatenamento di una guerra, si solleverebbe un’opposizione molto forte che, certamente condannerebbe all’insuccesso le mire aggressivi della politica turca.

*Testimonianza al 19° Congresso del Partito Comunista Portoghese