Cina: armonia e politica estera

di Diego Angelo Bertozzi

Chinese-Dragon-at-DuskNell’analisi della politica internazionale e della diplomazia della Cina popolare devono essere tenuti in considerazione anche i “valori” tradizionali che hanno sostenuto e accompagnato l’edificazione e lo sviluppo del Celeste Impero. Non per pura passione da eruditi, ma perché a quel “patrimonio” fanno continuo riferimento le generazioni che si alternano al potere. Pensiamo al concetto di “armonia” che altro non significa che un equilibrato e corretto coordinamento tra cose anche diverse. L’universo non è costituito da uniformità, ma da differenze che possono – e devono – trovare la via della coesistenza. Lo diceva Confucio: “il sovrano si propone l’armonia, non l’uniformità”. Ebbene, i “Cinque principi della coesistenza pacifica” (rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità, mutua non aggressione, non interferenza negli affari interni, uguaglianza e mutuo vantaggio) che dal 1950 guidano l’azione diplomatica di Pechino,non rappresentano forse una ri-edizione di quel valore?

A dare risposta affermativa sono stati Jiang Zemin nel 2000 (“Oltre duemila anni fa Confucio ha portato avanti l’idea che il sovrano non si prefigge l’uniformità. Tutte le civiltà del mondo, i sistemi sociali e le vie di sviluppo dovrebbero comunicare e imparare gli uni dagli altri attraverso la competizione pacifica“), e Wen Jiabao nel 2003 (“Armonia senza uniformità è una grande idea degli antichi pensatori cinesi. Significa armonia senza identità e differenza senza conflitti. L’armonia porta alla convivenza e alla co-prosperità“).

Possiamo dire che questo aspetto della tradizione – ideologica e pratica – del Celeste Impero si è proficuamente incontrato con la prassi antimperialista del Partito comunista cinese, dando vita alla formulazione dei “Cinque principi”, tuttora cardine della politica estera di Pechino. Una concezione dei rapporti internazionali che meglio risponde ad quadro sistemico sempre più multipolare e allo scemare dell’universalismo (e dell’uniformità) presunto del modello economico e politico Occidentale.