Il volto violento della protesta venezuelana

venezuela molotovdi Fabrizio Verde
da www.lantidiplomatico.it

Violenza, agguati, devastazione, saccheggi.
 Dietro la cortina fumogena dell’informazione edulcorata mainstream, si può riuscire a scorgere il vero volto della «protesta» venezuelana. Non formata da  normali studenti e semplici cittadini esasperati da scarsità di prodotti alimentari e repressione, ma bensì da gruppi addestrati ed «equipaggiati» di tutto punto, diretti dal partito di estrema destra Voluntad Popular. Il cui unico obiettivo è quello di ottenere la salida, ossia, l’uscita di scena del legittimo presidente Maduro. Adottando una strategia ormai apertamente golpista.

Per comprendere meglio il fenomeno possiamo ricorrere alle parole rilasciate dal ministro degli Interni venezuelano Miguel Rodriguez Torres, a Geraldina Colotti de «Il Manifesto». Secondo le dichiarazioni dell’esponente di governo bolivariano, per far luce sul fenomeno «guarimberos» bisogna prima fare un passo indietro e ricordare quando «ancora c’era Chavez e furono arrestati 150 paramilitari nella tenuta di Robert Alonso, un cubano-venezuelano che ora è a Miami.

È lui l’ideologo della ‘guarimba’, connesso a una rete di fascisti a livello internazionale e locale: da Alvaro Uribe in Colombia a Otto Reis negli Usa, a Leopoldo Lopez o alla grande amica di George Bush, Maria Corina Machado che gira le università a infiammare i nostri ragazzi contro ‘la dittatura cubana in Venezuela’ e poi si camuffa da pacifista». 

Il ministro inoltre rivela dell’addestramento ricevuto da chi guida le violenze: «I leader studenteschi di questa protesta violenta sono stati in un campo di addestramento paramilitare che si è tenuto in Messico nel 2010 e che, in codice, era ‘la festa messicana’. C’era gente di Otpor (l’attuale Canvas), gemellata coi nazifascisti locali di Javu, a insegnare le tecniche di Gene Sharp per il «golpe suave». C’erano alcuni attuali sindaci di opposizione. Javu nasce per opera dell’ex governatore dello stato Carabobo, Salas Romer, puro prodotto dell’oligarchia, che ha fatto fortuna come imprenditore all’ombra di Leopoldo Lopez». 

La denuncia del ministro Torres trova conferme nell’intervento davanti al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu di Luisa Ortega Díaz, Procuratrice Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha illustrato i piani golpisti contro il legittimo governo venezuelano.  

Di fronte al Consiglio riunito in quel di Ginevra, la procuratrice ha denunciato che gli Stati Uniti finanziano l’acquisto di sostanze esplosive da parte dell’estrema destra venezuelana, attraverso fondi che vengono elargiti allo scopo di difendere i diritti umani. «Costoro hanno chiesto denaro – ha affermato Luisa Ortega Díaz riferendosi alla destra venezuelana, secondo quanto riportato dall’emittente satellitare Telesur – per finanziare le azioni violente che sono state realizzate in Venezuela. Per acquistare C-4 una sostanza altamente esplosiva. Fino a ora è stato sequestrato oltre un chilo di C-4». 

Una prova ulteriore che ad animare le violente proteste vi sono persone con una preparazione quantomeno paramilitare, necessaria nel maneggiare un esplosivo al plastico com il C-4. Utilizzato ampiamente dai militari statunitensi durante gli anni della guerra in Vietnam. Circostanza che bene rende l’idea della potenza di questo esplosivo. 

I gruppi violenti hanno inoltre provveduto alla creazione di vere e proprie «fabbriche» di armi improprie utilizzate nelle giornate di guerriglia urbana. Nella giornata di ieri, La Guardia Nazionale Bolivariana ha scoperto e sequestrato materiale esplosivo, 841 miguelitos e 273 bottiglie molotov.  

L’ingente flusso di denaro, che giunge all’opposizione attraverso l’agenzia Usaid – come confermano svariati cablo resti noti da Wikileaks – viene inoltre impiegato per ingaggiare manovalanza proveniente dalle fila della criminalità organizzata: secondo i risultati di un’inchiesta, ogni mercenario ingaggiato dal partito Voluntad Popular, viene retribuito con la somma di 5000 Bolivar a settimana.