Hugo Chávez (1954-2013)

di José Reinaldo Carvalho* | da www.zereinaldo.blog.br

hugo-chavez-bolivarian-revolution-venezuela 2Traduzione di Marx21.it

La morte del comandante presidente Hugo Chávez Frias, il 5 marzo, provoca immenso dolore e costernazione nel popolo venezuelano, in tutti i popoli latinoamericani e nell’immensa legione di ammiratori, sostenitori, amici e alleati che con la sua forza interiore, il suo carisma, i suoi talento ed energia ha conquistato alla Rivoluzione Bolivariana e alla causa della liberazione nazionale e sociale del suo popolo.

Hugo Chávez entra nella storia come una delle maggiori figure che siano nate sul suolo latinoamericano. A fianco di Fidel Castro, il comandante della Rivoluzione Cubana, è stato il principale leader antimperialista dei tempi attuali, depositario della fiducia dei popoli della “Nostra America”, come l’aveva chiamata José Martí.


E’ stato effettivamente un gigante. Chávez ha guidato un importante movimento politico fin dai suoi primi passi. Con la forza delle sue idee trasformatrici e il suo esempio edificante di dirigente rivoluzionario e statista, tale movimento tende a consolidarsi e a perpetuarsi come la grande tendenza della nostra epoca. Il movimento politico che ha avuto come protagonista e dirigente Hugo Chávez ha come contenuto l’antimperialismo, che è l’autentico spirito della nostra epoca, il segno della resistenza tenace dei nostri popoli all’offensiva neocolonialista dei potentati internazionali sotto l’egida dell’imperialismo statunitense.

Un altro segno indelebile del suo pensiero e opera è la democrazia popolare, partecipativa, la mobilitazione permanente del popolo, arma di vittoria in qualsiasi battaglia contro i nemici più potenti che si possano immaginare.

Chávez ha forgiato l’unità del popolo, bandiera di speranza, a partire dalle esigenze e aspirazioni dei più umili, dei lavoratori, degli sfruttati e oppressi del suo paese, in lotta contro oligarchie fameliche e crudeli.

Ha fatto anche dell’unità dei popoli latinoamericani e dei Caraibi una bandiera di lotta, una meta da raggiungere, i cui primi risultati sono evidenti nelle attuali conquiste democratiche, patriottiche e sul piano dell’integrazione sovrana e solidale, le cui maggiori espressioni sono L’Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America (Alba) e la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac). Chávez passa alla Storia come un internazionalista, uno stratega che messo all’ordine del giorno i compiti più importanti dell’epoca, la lotta per i socialismo, per l’indipendenza nazionale e la pace.

Hugo Chávez è il liberatore moderno del Venezuela e dell’America Latina. Prima della sua vittoria elettorale nel 1998, le prospettive del suo paese e di tutta l’America Latina erano le più oscure. Era in corso una tremenda offensiva neocolonialista, con l’onorevole eccezione di Cuba rivoluzionaria, l’imperialismo contava sul consenso, il permesso, il beneplacito delle classi dominanti, oligarchie e governi locali. Tutto andava nel senso della sottomissione al cosiddetto Accordo di Libero Commercio per le Americhe (Alca).

Questa situazione ha cominciato a mutare a partire dalla presa del potere da parte di Hugo Chávez. Egli ha lanciato la parola d’ordine dell’integrazione dei popoli, dell’unità latinoamericana e dei Caraibi, a partire dal patrimonio di idee del liberatore Simon Bolivar.

Chávez ha iniziato in Venezuela la rivoluzione democratica, ha redatto la Costituzione Bolivariana, che gli ha dato forza e legittimità per avviare la demolizione del sistema politico delle oligarchie legate all’imperialismo.

Chávez ha introdotto un nuovo modo di governare e di affrontare la questione sociale, così acuta nel suo paese. Non si è lasciato trasportare dalla routine dello Stato burocratico. Ha lanciato un ambizioso programma sociale e di mobilitazione popolare che è stato chiamato Missioni, con cui sono stati affrontati i problemi dell’educazione, della salute, dell’alimentazione e del benessere sociale.

Sull’altro fronte strategico, Chávez ha nazionalizzato il petrolio, che ha così alimentato non più gli appetiti insaziabili del profitto delle multinazionali, ma ha sostenuto lo sviluppo di un paese sovrano.

In tal modo, il leader bolivariano ha conquistato un’impressionante adesione popolare, ma anche, sull’altro versante, l’odio della borghesia e dell’imperialismo.

Per questa ragione è stato vittima di un colpo di Stato, di sabotaggi all’economia, e di un tentativo di revoca del suo mandato. Sono stati tentativi controrivoluzionari comandati dall’esterno, dall’imperialismo con l’appoggio delle oligarchie interne.

Dopo 14 anni di esercizio del potere da parte di Hugo Chávez, basato su un ampio fronte politico di sinistra e sull’immenso movimento popolare che lo sostiene, il Venezuela è avanzato nella costruzione del benessere sociale e nell’elevazione della coscienza politica del popolo.

Già malato, ma consapevole delle sue elevate responsabilità di fronte alla Nazione, il popolo e i paesi fratelli, Chávez ha accettato la sfida del confronto elettorale che è culminata con la sua vittoria schiacciante il 7 ottobre dell’anno scorso, occasione in cui ha affermato: “ciò che è in gioco è la Patria stessa”. Cosciente delle dimensioni che questa battaglia aveva per l’America Latina e il mondo, il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, ha detto che “poche volte, forse mai, si è potuto assistere, così nitidamente, a una lotta ideale tra il capitalismo e il socialismo come quella che si manifesta oggi in Venezuela”.

I nemici della libertà e della sovranità dei popoli lo comprendono, e hanno condotto una ripugnante, vigliacca e sleale campagna di destabilizzazione del paese. Tutto indica che cercheranno di approfittare del momento di transizione per dare corso ai loro tentativi golpisti.

In tale contesto, risalta l’affermazione del vice-presidente Nicolás Maduro, nel discorso in cui ha annunciato la scomparsa di Hugo Chávez “La sua eredità non morirà mai”, come pure l’accorato appello all’unità e alla mobilitazione del popolo per difendere le conquiste della Rivoluzione e portarle avanti.

La morte di Chávez è una perdita irreparabile, apre un immenso vuoto. Non è facile sostituire un leader della sua portata e della sua dimensione. In questo momento di profondo dolore, gli amici del popolo venezuelano in tutto il mondo gli sono vicini e fiduciosi che saprà andare avanti, con una nuova guida, con la luce e la forza delle idee e dell’esempio di Chávez. Sempre!

* Editor del Portale Vermelho, direttore di Cebrapaz e segretario della Comunicazione del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)