Il XVIII Foro di San Paolo denuncia le minacce imperialiste nel continente latinoamericano

a cura della redazione

newsdalmondo bannerSi è chiuso il 6 luglio il XVIII Foro di San Paolo, riunitosi a Caracas alla presenza di 600 delegati in rappresentanza di 100 partiti provenienti da 50 paesi del mondo.

I partecipanti hanno esposto i loro punti di vista rispetto alla relazione del brasiliano Valter Poma, segretario del Foro, che ha affrontato, con particolare riferimento alla regione latinoamericana, i temi della crisi strutturale del capitalismo e dei conflitti di carattere geopolitico e geostrategico in corso: eventi che hanno generato pericolose minacce alla pace dell’intero pianeta e una crescente ingerenza da parte delle potenze imperialiste.

“La crescita delle forze democratiche, dei movimenti sociali progressisti e di sinistra in America Latina ha indotto l’imperialismo a rispondere in forme diverse, con l’aggressione sistematica da parte degli Stati Uniti, e anche con la manipolazione e la criminalizzazione delle rivendicazioni sociali, allo scopo di provocare scontri violenti e una controffensiva golpista per rovesciare governi”, ha affermato Poma.

Il segretario del Foro ha fatto in particolare riferimento ai casi di ingerenza e golpisti che hanno segnato le vicende latinoamericane: Il tentativo fallito di colpo di Stato contro il presidente Chavez nel 2002, il rovesciamento del presidente honduregno Manuel Zelaya nel 2009; il tentativo di golpe in Ecuador contro Rafael Correa e il recente colpo di Stato in Paraguay che ha portato alla destituzione del presidente legittimo Fernando Lugo.

“I colpi di Stato in Honduras e Paraguay dimostrano che la destra è disposta a ricorrere ad azioni violente, per rovesciare governi che non le sono graditi; e i grandi apparati di comunicazione sono partecipi di tutto ciò”. Per questo, uno dei “compiti più importanti che ha di fronte l’America Latina è quello della democratizzazione della comunicazione nel nostro continente”, ha concluso Poma.

Fonte NDV