Gli intellettuali che hanno salvato la Palestina dall’oblio. Intervista a Wasim Damash

di Ilaria Brusadelli e Marco Besana | da nena-news.it

dahmash-sionis-09Roma, 31 marzo 2014, Nena News – Cosa significa “cultura”? E come, soprattutto, la cultura può aiutare la Palestina a uscire dal silenzio di un’Occupazione che si nutre di stereotipi e che punta a cancellare un popolo con tradizioni millenarie?

Lo abbiamo chiesto a Wasim Dahmash, che spiega il rapporto tra due culture – quella italiana e quella palestinese – e insiste sulla difficile situazione in cui si trova quest’ultima, soffocata da una nuova Apartheid ma che ancora resiste nelle nuove generazioni di intellettuali, ricercatori, scienziati.

Wasim Dahmash nasce in un campo profughi di Damasco nel 1948, l’anno della Nakba, da genitori palestinesi, come lui dice, “appena arrivati in città”: espulsi da Lidda (ora città israeliana) e costretti a trovare rifugio al di fuori della loro terra.

Arriva in Italia nel 1966. Qui studia e insegna per vent’anni Dialettologia Araba all’Università La Sapienza di Roma. Ora è docente di Lingua e Letteratura araba all’Università di Cagliari. Ha curato inoltre la traduzione in italiano di numerosi testi di autori arabi.


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