Brasile: è già in corso una acuta e intensa lotta politica

Lula-and-Dilmadi Josè R.Carvalho | da www.vermelho.org.br

Traduzione di Erman Dovis per Marx21.it

I conflitti politici che sono stati intensi all’inizio di quest’anno legislativo, le tensioni tra partiti che sono la base di sostegno del governo, i movimenti dei principali leader dell’opposizione, le campagne mediatiche monopolizzate per creare artificialmente un clima negativo nel paese – fatti questi che hanno caratterizzato la scena politica durante le ultime due settimane – stanno rivelando che il Brasile si appresta ad affrontare un bivio politico. E’ già in corso una lotta politica acuta e intensa.

In ogni episodio della situazione nazionale verrà delineandosi sempre più chiaramente un bivio: avanzare nel processo di cambiamento iniziato nel 2002 con la prima vittoria elettorale di Lula, e che continua ancora oggi sotto il governo Dilma, oppure tornare al neoliberismo conservatore sotto il dominio dell’oligarchia finanziaria e dell’imperialismo. 


Inevitabilmente la lotta politico-elettorale si va intensificando prima ancora che inizi la campagna stessa.

I principali leader dell’opposizione tentano di avviare la lotta e accreditarsi come alternativa. 

L’ex Presidente Cardoso, durante una iniziativa del suo Partito, il Psdb, tenutasi la settimana scorsa, per commemorare i 20 anni del Piano Reale, ha posto l’accento sul fatto che “è una falsa idea che non esista alternativa” (in riferimento alla rielezione di Dilma). Cardoso torna regolarmente su questi argomenti in pubblico, per mascherare lo scoraggiamento e la dispersione nei suoi ranghi. 

L’ex Presidente parte da una falsa diagnosi che mostrerebbe l’ostinazione del Governo Dilma, con un Brasile in crisi, con un malcontento popolare diffuso e una coalizione di governo in procinto di dissolversi. Come altri analisti, egli interpreta i suoi desideri, e forza il suo pensiero in maniera interessata giudicando il risultato dei sondaggi sull’elettorato brasiliano, che vuole il cambiamento, confondendo questa forte aspirazione con il rifiuto della direzione in cui il Paese va muovendosi.

L’espressione di questo sentimento di cambiamento va di pari passo invece con l’approvazione del governo Dilma e con la sua intenzione di ricandidarsi per rimanere altri quattro anni alla guida della Nazione.

Così, il messaggio lanciato non lascia spazio ad equivoci. Cambiamento, in questo caso, si è tradotto in progresso, più democrazia, più sviluppo, più redistribuzione del reddito, maggiore ruolo del Brasile sulla scena internazionale in difesa della pace e per un nuovo ordine politico economico mondiale.

Dall’altra parte, i candidati dell’opposizione cercano di affermare un discorso politico il cui scopo è l’erosione del governo e la fiducia di cui gode, spesso anche attraverso l’aggressione verbale. 

Il senatore Aècio Neves, che non riesce a imporre la sua candidatura né ad infiammare l’elettorato, si presenta in pubblico a urlare contro “l’isolamento” del Governo, che viene stigmatizzato come auto-celebrativo, autoritario e prigioniero di chimere.

Il governatore Eduardo Campos, pre-candidato per la coalizione formata dal Psb, dal PPS di Roberto Freire e la Rete di Marina Silva, ha affermato che la maggiore autorità pubblica del Brasile non sa niente. Il suo discorso cerca di dimostrare che il governo Dilma è ormai al capolinea. “Il Brasile non può perdere altri quattro anni con Dilma” ha detto nella sua manifestazione di pre-campagna.

Tuttavia, tutto sta ad indicare che l’estraneità alla realtà nazionale e al popolo sono attributi delle forze di opposizione.

In un quadro di difficoltà economiche risultanti dallo scenario internazionale di crisi sistemica del capitalismo e dalla generale riduzione degli indici di crescita, il Brasile continua lo sviluppo della sua economia, con livelli modesti ma accettabili.

I livelli di occupazione e reddito sono invece in costante aumento. Proseguono le politiche pubbliche dal forte impatto sociale, come il mantenimento e la valorizzazione del salario minimo, per resistere all’offensiva del capitale che vuole imporre battute d’arresto in materia di diritti del lavoro. 

Oltre tutto questo, la Presidente ha compiuto molti sforzi per onorare gli impegni assunti dopo le giornate di giugno dello scorso anno. Questi sono dati di fatto che nessun catastrofismo dei Media e dell’opposizione possono negare o annullare.

“Sappiamo che abbiamo molto da fare e i nostri compiti oggi sono rivolti ad avere un Brasile ancora migliore. Vogliamo ancora una volta sottolineare che il 2014 sarà un anno di molti successi “, ha affermato solennemente la presidente Dilma alla presentazione dei nuovi Ministri, avvenuta a Brasilia lo scorso 17 marzo.

In ogni caso, lo stridore dei pre-candidati dell’opposizione, dei loro dirigenti di partito e dei Media, dimostrano che il paese vivrà una contesa politica molto accesa e feroce, e che le forze progressiste non possono abbassare la guardia e che, a differenza di un tempo, oggi sono pronte a rispondere alle sfide.

Oltre alla necessaria unità politica, occorre pianificare un discorso politico incisivo, che si possa calare a fondo nei desideri della stragrande maggioranza del popolo brasiliano, e che possa tradursi in una più efficace piattaforma di lotta per le riforme strutturali democratiche, affinché la nazione percorra nuovi passi nel percorso di approfondimento della democrazia, nel rafforzamento della sovranità nazionale e del progresso sociale.