Un’ondata di proteste contro il Dalai Lama

di Marco Scarinci | da www.agichina24.it

In collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese

Roma, 10 dic. – Il Tibetan National Congress ha cominciato una raccolta firme da presentare al sindaco di Roma Ignazio Marino per evitare che le possibili proteste degli shugdenpa al Summit dei Premi Nobel per la Pace siano tenute a debita distanza dal Dalai Lama per “motivi di sicurezza”, nonostante siano state sempre pacifiche.

Il 2014 è stato un anno di grandi proteste contro il Dalai Lama. Ovunque è andato nei suoi tour occidentali ha ricevuto ampie contestazioni da laici e monaci buddhisti, che al grido di “False Dalai Lama” e “Dalai Lama, stop lying” hanno tentato di far sentire la propria voce al famoso leader tibetano.

Non sarà stato piacevole per molti occidentali andati a sentire le sue conferenze che – nella loro ingenuità – pensavano che il Dalai Lama fosse un maestro stimato e benvoluto da tutti i praticanti buddhisti, e probabilmente si aspettavano un’atmosfera fatta esclusivamente di sacralità, incensi e ruote di preghiera. Per alcuni è stata davvero una scoperta, quando non un vero shock, assistere a questo spettacolo fuori dal comune. Otto i teatri di queste proteste: dagli Usa all’Olanda; dall’Italia alla Norvegia.

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