La bellicosa retorica della NATO incoraggia il fascismo in Ucraina

ukraine soldatidi Alex Gordon
da www.morningstaronline.co.uk

Traduzione di Marx21.it 

Alex Gordon, del Comitato di Solidarietà britannico con la Resistenza Antifascista in Ucraina analizza le ragioni e le conseguenze della terrificante rinascita dell’estrema destra fascista in Ucraina (e in altri paesi ex sovietici).

La bellicosa retorica anti-russa dei leader della NATO e dell’UE – tra cui spiccano i ministri del governo britannico – sta conducendo alla rinascita del fascismo revanscista in Europa centrale e orientale.

I prestiti del FMI apparentemente destinati a uno stato ucraino in bancarotta in realtà pagano eserciti privati che abbracciano il nazionalismo di estrema destra sotto il controllo di oligarchi ucraini.

La rapida ascesa di neonazisti dichiarati attraverso i principali partiti politici dell’Ucraina e l’integrazione di noti fascisti nelle posizioni chiave dello stato  non è casuale.

Il risveglio e il nutrimento di un razzismo populista russofobo in Europa è parte integrante della strategia neocon USA per isolare la Russia attraverso il cosiddetto “pivot to Asia”.

Il patto di natura tattica della NATO con i partiti di estrema destra e le formazioni paramilitari, considerati in precedenza come frange estremiste marginali, riecheggia la politica estera USA attuata per decenni in Centro e Sud America.

Dal febbraio di quest’anno quattro marce neonaziste hanno avuto luogo solo negli stati baltici.

Il 24 febbraio 2015 nella capitale estone Tallinn, il Partito Popolare Conservatore (EKRE), lo stesso che ospita il festival annuale estivo dei veterani Waffen-SS a Sinimae, ha messo in scena una fiaccolata in commemorazione dell’indipendenza dell’Estonia all’insegna dello slogan “l’Estonia per gli Estoni”.

L’11 marzo a Vilnius, in Lituania, si è svolta una marcia simile caratterizzata dall’incessante canto di “Lietuva Lietuviams” (“La Lituania per i Lituani [etnici]”), con svastiche, simboli del potere bianco e un enorme striscione glorificante il primo ministro del 1941 fantoccio dei nazisti, Juozas Brazaitis, le cui spoglie sono state rimpatriate e sepolte dallo stato con tutti gli onori nel 2012.

Il 16 marzo a Riga, in Lettonia, più di 1.500 persone hanno marciato in occasione del 16° festival annuale delle Waffen-SS. La Lettonia attualmente detiene la presidenza del Consiglio Europeo dell’UE.

Tuttavia, è l’Ucraina che ha visto la peggiore rinascita del fascismo in Europa.

Il 1 gennaio 2015 gruppi di neonazisti che impugnavano torce hanno marciato a Kiev in onore di Stepan Bandera, che ha ucciso migliaia di ebrei ucraini e polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale.

I gruppi di estrema destra “Settore Destro” e “Svoboda” non si preoccupano nemmeno di nascondere il loro razzismo. Eppure, in quanto alleati del regime filo-Unione Europea di Kiev sono gentilmente ignorati dei governi occidentali e dai rappresentanti dei media, ma ritenuti utili per schiacciare la resistenza antifascista a est, che ostacola i tentativi di portare l’Ucraina nella NATO.

L’intero spettro politico dell’Ucraina si è spostato verso l’estrema destra nel 2014, con il partito del presidente Petro Poroshenko (Blocco Poroshenko) e il primo ministro Arseniy Yatsenyuk (Fronte Popolare) che accolgono la destra radicale nelle loro liste elettorali o l’appoggiano in alcune circoscrizioni.

Come segno di resa alle forze di estrema destra, Poroshenho ha dichiarato il 14 ottobre “Giornata del Difensore dell’Ucraina” per commemorare l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA), che aveva collaborato con i nazisti e si era macchiato di atrocità contro gli ebrei e i polacchi. Gli appartenenti all’UPA, ha dichiarato Poroshenko, devono essere considerati come “eroi”.

Mentre il partito nazional-socialista “Svoboda” ha perso voti, il Partito Radicale della destra populista di Oleh Lyashko ha raccolto 1,7 milioni di voti e ha conquistato 22 deputati, compreso Yuri Shukhevic, nipote del comandante dell’UPA, Roman Shukhevic. Il partito di estrema destra di Lyashko fa ora parte della coalizione di governo formata da cinque partiti.

Anche due membri del partito fascista “Settore Destro” sono stati eletti: il leader Dmitro Yarosh e il vice Borislav Bereza. Yarosh è stato eletto dopo che il primo ministro Yatsenyuk, del Fronte Popolare, si era ritirato a suo favore.

L’attività politica di Yarosh risale agli anni 90 quando era entrato a far parte dell’organizzazione fascista “Stepan Bandera Tryzub”, che ha guidato dal 2005.

Nel parlamento ucraino sono stati anche eletti i comandanti del Battaglione Aidar, accusati da Amnesty International di “crimini di guerra”, tra cui rapimenti, detenzioni illegali, maltrattamenti, estorsioni e probabili esecuzioni.

Immediatamente dopo le elezioni dell’ottobre 2014, un membro di spicco dei “Patrioti di Ucraina” e vice comandante del Battaglione Azov, Vadim Troyan, è stato nominato capo del Distretto di Polizia di Kiev.

I media occidentali minimizzano regolarmente il ruolo dei neonazisti nella società e nella politica ucraina. Eppure in nessun altro paese del mondo neonazisti dichiarati controllano i servizi di sicurezza e ricoprono posizioni importanti nel ministero dell’Interno e nel parlamento. Poroshenko ha persino concesso la cittadinanza ucraina al neonazista bielorusso Serhiy Korotkykh membro fondatore della “Società nazionalsocialista”.

Il richiamo del maneggio delle armi e dell’addestramento militare si sta rivelando una calamita  per i fascisti di Svezia, Russia ed Europa Occidentale.

I governi occidentali sostengono ed incoraggiano il nazionalismo e il fascismo ucraino, non solo ignorando la forza della destra radicale ucraina, ma anche incoraggiandola e rafforzandola, in linea con un piano a lungo termine per creare l’Ucraina “anti-russa”.

Il contraccolpo provocato dalla promozione occidentale del fascismo ucraino è potenzialmente più pericoloso persino della follia dei governi occidentali nel sostegno ai gruppi islamisti estremi in Iraq, Libia e Siria.