Avanza la cooperazione militare tra Russia e Cina

di Juan Manuel Karg, Università di Buenos Aires (UBA), analista di questioni internazionali

da www.rebelion.org | Traduzione di Marx21.it

La settimana scorsa, in una riunione a Pechino tra il ministro della Difesa russo, Serghey Shoigu, e l’omologo cinese, Chang Wanquan, i paesi governati da Vladimir Putin e Xi Jinping hanno fatto progressi nella cooperazione sul piano della difesa, definendo un calendario di manovre congiunte per il prossimo anno. Così l’armata russa e l’esercito popolare cinese effettueranno due manovre nel 2015: nei primi mesi, nel Mediterraneo, in seguito nel Pacifico.

La nostra cooperazione militare ha un grande potenziale, e la Russia è disposta a svilupparla in maniera ancora più ampia”, sono state le parole di Shoigu durante l’incontro. Non è un’alleanza di profilo minore sul piano internazionale: si tratta del secondo e terzo esercito del mondo, solo superati dagli Stati Uniti su questo piano, secondo la rigorosa classifica Global Firepower, elaborata dall’Università di Saint Andrews, Scozia.

Intervistato dall’agenzia Ria Novosti sulla stabilità e la sicurezza dell’asse Asia-Pacifico, il politologo russo Andrey Kokoshin – che in passato è stato anche Segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia – ha affermato che “Russia e Cina hanno interessi comuni nella protezione della sicurezza della regione, e l’attività militare degli Stati Uniti non favorisce la stabilità”. Le parole di Kokoshin sono state pronunciate mentre partecipava ad un foro sul tema organizzato dall’Associazione Cinese per gli Studi Militari, il che rappresenta un altro elemento di convergenza tra le due nazioni.

Anche l’incremento della cooperazione militare degli Stati Uniti con alcuni paesi dell’asse Asia- Pacifico è innegabile: Obama ha firmato un accordo con le Filippine nell’aprile scorso, per aumentare la rotazione di truppe, navi e aerei da combattimento nel paese asiatico, e ha pure concordato di raddoppiare la presenza militare USA in Australia, in un incontro che si è realizzato lo scorso agosto. La riflessione di Kokoshin è indiscutibilmente da collegare ai nuovi movimenti di Washington nella zona.

Sebbene la recente riunione bilaterale tra Xi Jinping e Obama – nell’ambito del vertice APEC – abbia significato una certa distensione della relazione tra Cina e Stati Uniti, il presidente nordamericano ha tuttavia approfittato del G20 per incontrarsi con l’anfitrione Tony Abbott, primo ministro dell’Australia – e con Shinzo Abe – primo ministro del Giappone. In tale occasione, i tre paesi hanno annunciato l’aumento della loro cooperazione militare, con un messaggio indiretto a Pechino. Hanno anche criticato “l’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, come risulta dal testo diffuso alla stampa, con riferimento all’indipendentismo di Lugansk e Donetsk, minacciando altre sanzioni al paese. Due sfide – sebbene con diverse gerarchie – ai paesi che cercano di affermare la loro cooperazione strategica sul piano militare.

L’anno prossimo arriveranno altre novità da questo scacchiere politico, che comprenderanno anche, nella zona Asia Pacifico, due diversi accordi commerciali: quello promosso recentemente dalla Cina al vertice APEC, appoggiato dalla Russia, e il TPP – l’Alleanza Transpacifica – proposto dagli Stati Uniti, la cui peculiarità è proprio l’assenza della Cina, l’economia con la maggiore crescita mondiale nell’ultimo decennio, e il maggiore socio commerciale della regione. Come si vede, parte delle tensioni provocate dall’apparizione e il consolidamento di un mondo sempre più pluricentrico e multipolare.