Il ruolo dell’URSS e dei comunisti nella messa al bando della segregazione razziale statunitese

da www.collettivostellarossa.it

Riceviamo dal compagno Alessandro Pascale, del Coordinamento nazionale dei Giovani Comunisti, e pubblichiamo come contributo alla discussione

Quando si parla di URSS il paradigma dominante tuttora è “la dittatura violenta e sanguinaria di Stalin”. Al di là di questi luoghi comuni facilmente smentibili proviamo a vederla da un’altra prospettiva: in quel paese vigeva un’uguaglianza totale tra le varie etnie ed ogni forma di discriminazione razziale e sessuale era severamente punita e proibita. Nei tanti decantati “democratici” USA invece fino agli anni ’30 del ‘900 si linciavano pubblicamente (addirittura con tanto di annunci preventivi sui giornali!) gli afro-americani, che costituivano oltre il 10% della popolazione statunitense. Tra il 1880 e il 1930 furono circa 3300 i linciaggi pubblici come quello di questa immagine. In tali occasioni folle festose di bianchi andavano a prendere un afro-americano accusato (nel 90% dei casi senza valide fondamenta) di aver insinuato una giovane donna bianca e lo impiccavano selvaggiamente e senza processo, non senza prima aver infierito sul malcapitato con violenze e torture di ogni tipo, arrivando in certi casi anche a dargli fuoco (come nel famoso caso di Jesse Washington). 

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