Un nuovo accordo di cooperazione militare nello spazio ex sovietico

Il 4 febbraio 2009, nel corso del vertice dei paesi dei paesi membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) della Confederazione degli Stati Indipendenti (CSI), i presidenti di Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan hanno sottoscritto un accordo per la creazione di una forza collettiva di reazione rapida, di dimensioni non inferiori ad analoghe forze militari in possesso dell’Alleanza Atlantica.

Lo scopo della decisione è chiaro: fronteggiare con efficacia qualsiasi tentativo di aggressione esterna, e porre definitivamente termine all’espansione degli Stati Uniti e del suo sistema di alleanze nello spazio ex sovietico. E’ evidente che a determinare la decisione, come hanno rilevato molti analisti, ha giocato la considerazione della nuova situazione venutasi a creare dopo il conflitto russo-georgiano dell’estate scorsa, in cui è risultata evidente l’intenzione di saggiare la capacità di reazione della Russia e dei suoi alleati di fronte ad una nuova fase della scalata aggressiva dell’imperialismo americano. Nello stesso tempo, si vuole evidentemente lanciare un segnale di avvertimento alla nuova amministrazione USA, circa l’intenzione della Russia di non abbassare la guardia, neppure in presenza delle aspettative di distensione nei rapporti tra i due paesi, generate dall’avvento alla presidenza di Barack Obama.

Per far fronte agli impegni imposti dal nuovo accordo, tutti i paesi membri dell’OTSC dovranno rivedere la propria legislazione, per eliminare i possibili impedimenti alla partecipazione a quello che si configura, se non come un vero e proprio blocco militare, come un accordo di stretta cooperazione.

La decisione è stata accompagnata dalla concessione da parte di Mosca ai suoi alleati della CSI di aiuti finanziari imponenti. E’ il caso, ad esempio, del Kirghizistan, a cui sono stati concessi crediti fino a 2 miliardi di dollari, in cambio della decisione, ratificata pochi giorni dopo il vertice dell’OTSC, di “sfrattare” i militari USA dal territorio nazionale, attraverso la chiusura della base aerea di Manas, ottenuta in concessione dagli Stati Uniti al tempo dell’attacco contro l’Afghanistan. Anche alla Bielorussia in questi giorni è stato concesso un analogo finanziamento di 2 miliardi di dollari, ai fini della creazione di un sistema unificato di difesa aerea. Mentre l’Armenia ha ottenuto un credito di 500 milioni di dollari che dovrebbe servire alla stabilizzazione della difficile situazione economica interna di questo paese.