Elezioni Regionali – MAI RICHIESTA UNA MIA CANDIDATURA

Mi corre l’obbligo di informare correttamente i compagni e le compagne del mio Partito rispetto alla proposta – che ho senz’altro apprezzato – ricevuta da Alfio Nicotra e avvenuta nel primo pomeriggio dello scorso 3 febbraio, di una mia candidatura alle prossime elezioni regionali del Lazio.

Solo successivamente vengo informato che, nel corso della riunione avvenuta nel tardo pomeriggio dello stesso giorno tra le segreterie delle Federazioni della Regione e la segretaria Fraleone, il mio nome era stato inserito, e quindi presentato senza il mio consenso, tra la lista dei candidati che avevano già accettato.

Debbo altresì precisare che, pur anticipando da subito a Nicotra la mia indisponibilità ad accettare, mi riservavo comunque 24 ore di tempo per consultare i compagni e le compagne a me politicamente più vicini e anche ai movimenti con cui condivido da sempre tante battaglie sociali.
Unanimemente, sia dall’interno che dall’esterno del Partito, la consultazione ha confermato l’esigenza unanime di non accettare, perché non ce ne sono le condizioni.
Infatti, come è noto, sono stato il primo firmatario di una lettera con tante firme rivolta alla segreteria regionale del PRC e alla Federazione della Sinistra nella quale, nel fare un bilancio fortemente negativo dell’operato della Giunta Marrazzo/Montino, si metteva in evidenza la figura negativa della candidata Bonino perché fortemente stridente con la cultura e gli obiettivi dei comunisti. In particolare già pesa il suo essere liberista e guerrafondaia, ma a voler rincarare la dose, non si può tacere che già dal 2000, nel Coordinamento Nazionale del Partito Radicale, fanno parte a pieno titolo due figure stragiste e fasciste come Fioravanti e Mambro.
Questi sono i temi principali di cui ho parlato con Nicotra nell’ulteriore incontro che c’è stato, franco, cordiale e rispettoso delle reciproche posizioni seppure divergenti, in cui ho confermato di non accettare la candidatura, ottenendo l’immediata cancellazione del mio nome dalla lista in cui ero stato prematuramente inserito.
Se da un lato ho ricevuto apprezzamento per la mia coerenza da molti compagni e compagne, che con scelte diverse sarebbe stata fortemente compromessa, dall’altro invece mi trovo costretto a precisare il corretto svolgimento dei fatti con questo breve testo per controbilanciare quei cattivi maestri ancora capaci di fare l’elogio della calunnia favoleggiando di “un mio mercanteggiamento fallito all’origine della ritirata”.

Infine resto convinto che l’accordo elettorale firmato in questi giorni sia un grave errore, in particolare perché, al di là della forma, la sostanza rimane: cioè che invece di costruire e presentare una coalizione unitaria della sinistra aperta ai comitati e ai movimenti e alternativa al PD/PDL, si è preferito stare nella stessa coalizione del PD, della Bonino e dei Poteri Forti.

Roma, 10 Febbraio 2010