l’Ernesto Newsletter – 3 Giugno 2009

Ci siamo. Ancora pochi giorni di campagna elettorale prima del voto del 6 e 7 giugno, che quest’anno assume una valenza davvero straordinaria. E non ci riferiamo soltanto alle vicende che hanno riguardato la sinistra ed i comunisti e su cui diverse volte ci siamo soffermati nelle nostre Newsletter o nelle pagine del sito. Quanto perché ci troviamo di fronte al tentativo in corso di cambiare il sistema politico italiano in senso bipolare e, in maniera sempre più marcata, in senso bipartitico. Prova ne è il referendum del 21 giugno, così come pure l’introduzione della soglia di sbarramento al 4% a pochi giorni dall’inizio della campagna elettorale. Proprio per queste ragioni il voto alla lista comunista ed anticapitalista, nata dall’unione tra Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Socialismo 2000, assume una straordinaria rilevanza.

Non solo perché diventa l’occasione concreta di rinascita per i partiti comunisti e le forze della sinistra anticapitalista, travolti dal disastro dell’esperienza della Sinistra Arcobaleno, quanto perché rappresenta l’unica occasione utile per rompere il quadro bipolare (e bipartitico) che Berlusconi, con la complicità del Pd, cerca di imporre al Paese. Ecco perché il voto ai comunisti è un voto utile. Non solo perché è un voto che riaccende la speranza e rimette in moto energie e forze pronte alla lotta ed alla critica profonda di questa società e di questo modello di sviluppo, ma anche perché rappresenta l’unica concreta arma che abbiamo per rompere il quadro bipolare che cercano di imporci. Che non è altro, poi, che la trasposizione sul piano politico del quadro concertativo che già viviamo da anni nei luoghi di lavoro. Si vuole cancellare il conflitto nella società ed impedire che ci sia una forza comunista in grado di dare sponda politica ed organizzare il conflitto ed il malessere sociale che la crisi economica sta, giorno dopo giorno, ingrandendo. E basta leggere in questi giorni il Corriere della Sera per rendersi conto di quanto le classi dirigenti di questo Paese si stiano realmente ponendo il problema (anche con una qualche inquietudine). C’è un filo che lega gli attacchi a Rifondazione dopo la svolta di Chianciano, con l’oscuramento mediatico della lista comunista, con la campagna mediatica di sostegno a Di Pietro ed il tentativo di convogliare su quella lista il voto di malcontento, di sinistra e di opposizione a Berlusconi. Il tentativo, manifesto, è quello di non far intrecciare la rabbia ed il malcontento popolare, con la rinascita di una lista che, unendo i comunisti e le forze anticapitaliste, può diventare sempre più centrale ed acquisire forza e consenso in breve tempo.

Sulla la stampa internazionale si leggono articoli che, esplicitamente, parlano di “rischio regime” nel nostro Paese. La svolta antidemocratica e plebiscitaria che Berlusconi sta imponendo al Paese (prova ne è come la campagna elettorale sia stata monopolizzata da una discussione sui fatti personali e sui privati vizi del capo, più che sui bisogni ed i diritti del popolo) ha bisogno di una risposta forte. Il superamento dello sbarramento elettorale da parte della lista comunista ed anticapitalista, e quindi la ripresa di forza e protagonismo dei comunisti in questo Paese rappresenta – tra le altre cose – un contributo concreto alla lotta contro questo tentativo di restringimento degli spazi e delle garanzie democratiche.

Anche per queste regioni, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, bisogna impegnarsi al massimo per portare più voti possibili alla lista comunista. Rappresenta l’unica vera alternativa. Ed ha bisogno dell’impegno di tutte e tutti.

Buon lavoro a tutti noi e…su la testa!