La violenza contro le donne e l’iniziativa del Partito Comunista Portoghese

donne garofanidi Fernanda Mateus, Commissione Politica del Partito Comunista Portoghese (PCP)

da avante.pt

Traduzione di Marica Guazzora per Marx21.it

L’articolo è stato pubblicato alla vigilia della Giornata Internazionale per la eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per la eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne.

E’ giusto sottolineare l’iniziativa del PCP in tutta questa vasta problematica, constatata l’importanza che è stata attribuita alla lotta in difesa dei diritti delle donne e per la loro emancipazione.       

Questa iniziativa è espressione di dibattiti, riunioni, incontri e di un vasto numero di iniziative legislative volte a dare protezione adeguata alle donne vittime di violenza domestica e insieme sull’ampliamento del concetto di violenza, per garantire un quadro legale di protezione alle vittime di svariati tipi di violenza.

Nell’ambito della politica patriottica e di sinistra che il PCP sostiene e per la quale lotta, assumendo un inequivocabile impegno per la realizzazione dei diritti delle donne e della loro partecipazione nell’uguaglianza di genere in tutti i campi, si registra l’impegno a combattere ogni forma di violenza contro le donne.

Nel 1986 nella Conferenza “L’emancipazione delle donne nel Portogallo di Aprile” c’è scritto: “Si combatte il preconcetto arcaico e reazionario di molti atteggiamenti di fondo verso le donne, si assume la lotta per il cambiamento di mentalità e per un comportamento dignitoso nel rispetto delle donne come parte integrante della lotta di emancipazione. Ma considerare l’uomo responsabile della schiavitù delle donne elevandolo a categoria di “avversario sociale”, assolutizzare la necessità di cambiare la mentalità come strada per l’emancipazione, riducendo la discriminazione delle donne al campo soggettivo (le donne vittime del “potere maschile” e della “ideologia maschile”) e non vedere che la causa della subalternità sociale delle donne è radicata in una società di classe, è sviare la lotta di emancipazione delle donne dal suo terreno principale: la lotta per porre fine al sistema socio-economico di sfruttamento, che è una lotta comune agli uomini e alle donne.

La questione dell’emancipazione delle donne e dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne è anche una questione morale che esige di combattere i preconcetti, le attitudini ingiuste e degradanti nelle relazioni tra uomini e donne, che esige l’emancipazione dell’uomo liberandolo dalla mentalità di “signore”, dall’ideologia del possesso della donna inculcata da secoli dalla classe dominante in merito alle donne.

Per il PCP la lotta per il cambiamento di atteggiamenti e di mentalità merita una attenzione permanente, con il contrasto della proliferazione di immagini della donna come “oggetto sessuale”, della trasformazione della prostituzione in “lavoro sessuale” e delle sue vittime in “lavoratrici del sesso”, con il contrasto di concezioni basate sulla subordinazione del ruolo delle donne, sulla relazione del potere degli uomini sulle donne nella famiglia, del più forte contro il più debole   (evidente nella violenza su bambini, su giovani e vecchi)  e che riflettono le relazioni del potere nella società determinate dal dominio delle classi dominanti sopra le classi sfruttate.

Identificare, prevenire ed eliminare

Il PCP contribuisce con molto impegno al perfezionamento della legislazione di protezione e appoggio delle vittime di violenza domestica. Ed essendo certo che molto si è fatto per far crescere  la coscienza delle donne e della società in merito a questo crimine, è altrettanto sicuro che la protezione legale è ancora molto distante dalle migliaia di donne che ne necessitano.

Prevenire e combattere la violenza domestica esige un adempimento della legislazione nella vita, con il rafforzamento degli strumenti tecnici e il rafforzamento  finanziario che lo Stato colloca al servizio della protezione e accompagnamento delle vittime, ma anche con l’adozione di politiche economiche e sociali che invertano la situazione di disoccupazione, di vulnerabilità del lavoro e del sociale che riguarda le donne e le loro famiglie  coinvolte in situazioni di violenza.

Ma, ugualmente, il PCP combatte la concezione che crea una falsa dicotomia tra una supposta prostituzione forzata associata al traffico delle donne e una prostituzione consentita e per opzione della donna che avviene per strada, nei  bar ecc. La prostituzione è altamente lucrativa  e l’aumento della prostituzione è direttamente proporzionale alla povertà. Si tratta di un attentato contro il corpo e la dignità delle donne. Non si tratta di una opzione ma di sfruttamento.

La violenza dilaga in altri campi: nei luoghi del lavoro, nella pubblicità, nella comunicazione sociale, nelle situazioni di violenza sessuale in famiglia, nella società e nelle zone di conflitto armato e di guerra, nello stesso tempo è fomentata da una cultura della banalizzazione della violenza e della sua mercificazione come prodotto vendibile.

Esiste un’altra dimensione della violenza sulla donna che non si identifica come tale e che si realizza in atti e pratiche che negano o condizionano la sua libertà, la sua autodeterminazione, il rispetto della sua dignità e dei suoi diritti.

Le donne portoghesi possono contare sul PCP nella lotta contro la violenza sulle donne come parte integrante della lotta di emancipazione.