“In piedi signori, davanti a una donna”

“La violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente disuguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione…”. Inizia così il testo approvato alla Camera il 28 maggio scorso in un’aula drammaticamente deserta. Il 19 giugno anche il Senato ha approvato e oggi la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l’11 maggio 2011 (Convenzione d’Istanbul) è diventata legge. Perché la violenza di genere è un fenomeno di carattere universale, un atto discriminatorio che nega alle donne il semplice godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Nel 2011 in Italia ci sono stati 160 omicidi le cui vittime erano donne, di questi 84 compiuti per mano di partner o ex partner.

Secondo una stima, sono state 124 le donne uccise nel 2012 e 35 le vittime nei primi mesi del 2013. Riuscirà la Convenzione d’Istanbul a fermare questa mattanza? Vent’anni e oltre di subcultura berlusconiana hanno contribuito a segnare profondamente l’immaginario collettivo maschile e anche le distorsioni operate dai media hanno fatto la loro parte. Il femminicidio è una questione che attiene soprattutto alla cultura, ad un distorto concetto dell’amore e della proprietà. Non si viola solo il corpo, si viola la dignità, si calpesta la persona. E’ il predominio del maschio. E’ il sopruso del più forte nei confronti del più debole, che non si manifesta solo in questo campo. Le violenze degli uomini contro le donne non hanno passaporto: i violenti non hanno nazionalità. La violenza sulle donne è un fenomeno che non ha altra identità se non quella di genere maschile.

Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni, per la sua intelligenza che avete calpestato, per il suo corpo che avete sfruttato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: “In piedi signori, davanti a una donna” (William Shakespeare) 

Marica Guazzora dell’Assemblea donne comuniste PdCI