Pensioni: SPI CGIL, non si riparta da chi ha già lavorato 40 anni e dai redditi medio-bassi

da www.cgil.it

 

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“Quelle che abbiamo bollato come scelte inique e ingiuste compiute da Berlusconi non possono essere accettate se a riproporle sarà il governo Monti”. Lo dice il Segretario Generale dello SPI CGIL Carla Cantone, che aggiunge: “ricominciare dai veri privilegi, dalle caste e dai ricchi sarebbe davvero un segno di giustizia sociale e di equità che può permettere ad ognuno di assumersi le proprie e necessarie responsabilità”.

Se la parola equità ha un senso – prosegue Cantone – il governo non può quindi ripartire ancora una volta da chi ha già lavorato 40 anni e dai pensionati con un reddito medio basso”. Per la leader dello SPI CGIL il taglio al sistema di perequazione annuale delle pensioni “è stato effettuato dal governo Berlusconi nel giugno scorso. Tale sistema – spiega – non ha mai tutelato concretamente il reale potere d’acquisto dei pensionati, che ha subito una perdita del 30% negli ultimi 15 anni”. Dunque, ripartire ancora dai pensionati, insiste Cantone “non va bene, anzi se si vuole aiutare la crescita e i consumi, sarebbe il caso di rivedere il meccanismo perequativo per garantire una reale e costante difesa delle pensioni medio basse rispetto all’inflazione e al costo della vita”.

E’ per questo, conclude la dirigente sindacale “che si rende sempre più urgente l’avvio di un confronto con le parti sociali, che dovrà servire a chiarire una volta per tutte le reali intenzioni del governo in materia di pensioni e a portarci ad esprimere il nostro conseguente giudizio”.