Crisi: CGIL su dati INPS, 1 mld ore CIG a fine anno, sistema è stremato

da www.cgil.it

 

operaio catenaPer la Confederazione il calo di ore di CIG registrato dall’Istituto di previdenza sociale “non significa riassorbimento di tutti i lavoratori ma anzi si passa dalla Cassa al licenziamento. Le prospettive per il prossimo anno sono critiche”. Il Governo “è scaduto, occorre una svolta e dare una priorità evidente al lavoro”

 

“Circa un miliardo di ore di Cassa integrazione autorizzate, questo il risultato ormai certo per il 2011 dopo la diffusione del dato di ottobre e che delinea un sistema produttivo stremato”. E’ il commento del Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, sui dati della Cassa integrazione diffusi dall’INPS, nel sostenere che “il raffronto col mese o con l’anno precedente non dà l’esatta idea del fenomeno”.

Secondo l’Istituto di previdenza sociale, infatti, a ottobre sono state autorizzate 80,2 milioni di ore di CIG, con una diminuzione del 4% rispetto al mese di settembre (83,6 milioni). Diminuzione che arriva al 20,4% rispetto a ottobre 2010, quando furono autorizzate 100,8 milioni di ore. Complessivamente, le ore autorizzate dall’inizio dell’anno, ossia nel periodo gennaio-ottobre, sono state 812,3 milioni, mentre nello stesso periodo del 2010 erano state 1.026,5 milioni. Dunque, l’INPS registra una diminuzione del 20,9%, determinata dall’effetto combinato del calo della CIG ordinaria (-38,3%), della CIG straordinaria (-13,7%) e della CIG in deroga (-13,7%).

 

Fammoni ricorda come nel 2008, “anno solo parzialmente interessato dalla crisi, le ore totali autorizzate erano state 227 milioni: a tre anni di distanza – prosegue -, dopo record storici battuti, siamo ancora al quadruplo di utilizzo di ore di CIG”. E’ questa quindi per il dirigente sindacale della CGIL “la fotografia di un sistema produttivo che non riprende e di una occupazione che continua a subire – spiega – effetti drasticamente negativi per la pervasività e la forza della crisi e per le scelte sbagliate del governo”.

Inoltre, secondo Fammoni le prospettive per il prossimo anno sono critiche. “Il calo registrato – avverte – non significa riassorbimento di tutti i lavoratori ma anzi si passa dalla Cassa al licenziamento”. In merito alla soluzione del Governo che vuole varare una norma sui licenziamenti, Fammoni afferma “una scelta sbagliata in se e una oggettiva incentivazione per le aziende a procedere all’espulsione. Occorre una svolta e dare una priorità evidente al lavoro”. “Non c’è niente di questo nelle scelte di un governo scaduto, che anzi usa la crisi per tagliare diritti”, conclude Fammoni ricordando la manifestazione del prossimo 3 dicembre a Roma.