Altri caduti sul lavoro

morti bianchedi Giorgio Langella

L’altro ieri a Bassano un altro morto sul lavoro. Mariano Bianchin, operaio è stato schiacciato da una pressa. Un’altra orribile tragedia. La conferma di una strage di lavoratori che continua senza soste. Questa tremenda notizia segue quella della morte di un altro lavoratore, Antonio Orlandi, a causa di un’esplosione avvenuta in una ditta di Arzignano solo qualche giorno fa. 

In Italia, da inizio anno, sono 27 i caduti nei posti di lavoro e 50 se si considerano i morti lungo le strade. Nel 2015 sono stati 678 i morti per infortunio nei posti di lavoro e oltre 1.400 quelli complessivi di chi è deceduto lungo le strade o in itinere. Nel 2015 c’è stato un incremento del 2,6% rispetto al 2014 e del 6,1% rispetto al 2013. Una crescita che evidenzia come il lavoro in Italia sia sempre più precario e insicuro.

Alle loro famiglie di ognuno di loro vanno le più sincere espressioni di cordoglio e solidarietà di tutti.

Ricordare i nomi di queste vittime del lavoro serve a rendersi conto che le tragedie che accadono nel lavoro non possono ridursi a numeri di statistiche ma distruggono vite, intelligenze e speranze di persone e famiglie. Sono tragedie che difficilmente possono essere considerate solo effetto di un destino avverso.

Già domani pochi si ricorderanno di chi non torna dal lavoro, di chi si ammala e di chi muore di malattie professionali. Questo succede perché ci stiamo abituando al fatto che, pur di lavorare, si possono e si devono accettare condizioni di lavoro sempre più insicure e precarie. Condizioni che provocano una strage che non è un’emergenza ma una situazione endemica della società nella quale viviamo e di un modello di sviluppo basato unicamente sul profitto.

È ora di cambiare e di porre le questioni del lavoro, della sicurezza nel lavoro e dei diritti di chi vive del proprio lavoro al primo posto delle Politica. Invece di rendere il lavoro sempre meno garantito con decreti, leggi e “riforme” che stravolgono la Costituzione si operi perché venga finalmente attuati gli articoli che mettono al centro della nostra società i diritti di chi lavora e che sono molto chiari nel definire quali devono essere i ruoli e i compiti delle imprese, delle Istituzioni. Ruoli e compiti che devono garantire a tutti i cittadini il diritto al lavoro e non possono mai “svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (art.41).