Note sulla questione lavoro

da www.comunisti-italiani.it

(“Vedrai com’è bello / lavorare con piacere / in una fabbrica di sogno / tutta luce e libertà!” è il ritornello di una canzone di Gualtiero Bertelli del 1967).

Oggi, spesso, leggiamo articoli o vediamo servizi televisivi che descrivono il piacere di lavorare catene di montaggio piene di tecnologia all’avanguardia. Ci fanno credere che si potrà essere pienamente soddisfatti di lavorare in mezzo a tanta “modernità”. Ci si potranno “lustrare gli occhi” (e confondere la mente) guardando la pulizia e i colori brillanti e lucidi degli impianti. Ci si potrà stupire per i movimenti automatici dei robot, per l’automazione futuristica impiegata. Ci si potrà, forse, illudere di essere nel set di un film di fantascienza, di “lavorare nel futuro”. Ma, è bene ricordarlo, anche così lo sfruttamento esiste. Il film, infatti, assomiglia troppo a Metropolis di Fritz Lang. Facilmente si dovranno seguire ritmi imposti dai padroni delle macchine e ci si potrà ridurre al ruolo di “vice-robot”. Movimenti sempre uguali, pause inesistenti, impossibilità di pensare, turni e orari di lavoro esasperanti sono condizioni che portano all’alienazione e sono caratteristiche dello sfruttamento. 

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