Lettera a UE: CGIL, norme contro lavoro, reagiremo con forza

“Misure da incubo e a senso unico”

 

cgil“Norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano sono all’interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verità”. Così la CGIL bolla la lettera presentata ieri dal premier Berlusconi al vertice di Bruxelles per salvare il paese dalla crisi, annunciando che “il sindacato reagirà con la forza necessaria”.

 

“Se l’obiettivo è assumere e non licenziare il governo mandi subito una raccomandata urgente a Bruxelles dicendo che si è sbagliato”, osserva il Segretario Confederale CGIL, Fulvio Fammoni, nel sottolineare che “l’Europa accetta per non far sprofondare le borse e soprattutto per commissariare, non più solo politicamente ma di fatto, il nostro paese. Ecco il risultato di un governo non più credibile per nessuno e dannoso per l’Italia. Come nel paese dei balocchi si scrive che ‘il governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo’, siamo al ridicolo”.

 

Nel merito delle proposte contenute nella lettera, Fammoni osserva: “Oltre alla propaganda, poiché la lettera è chiaramente non un programma di governo ma il futuro manifesto elettorale del partito di Berlusconi, lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine ‘efficienza dell’impresa’ significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici, con un governo che ha già programmato il licenziamento di altri 200 mila precari nei prossimi 3 anni con in più mobilità obbligatoria e cassa integrazione, cioè meno lavoro e ulteriore drastico taglio dei servizi; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno”.

 

Ciò di cui non c’è traccia invece, precisa il dirigente sindacale, “è la lotta al sommerso o l’introduzione Patrimoniale. E’ evidente l’unidirezionalità delle scelte che punta a far diminuire la pressione del sistema delle imprese che, pensando in modo avaro di essere al riparo da questi provvedimenti, si scordano cosa detto fino a ieri e danno un giudizio positivo. Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente, reagirà con la forza necessaria – conclude Fammoni – per non far varare queste norme ingiuste”.