Il movimento conservatore (e trasformista) di massa

urss bandiera anzianodi Norberto Natali

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Già due settimane fa mi ero rivolto alle tante amiche ed amici che ho su fb -con il massimo e meritato rispetto per loro personalmente e gli ideali che coltivano- avvertendoli che questa nuova invenzione dell’apparato politico borghese, fintamente spontanea, presto o tardi avrebbe finito per deluderli, per tradire le premesse e le finalità con cui loro pensano di aderirvi e con le quali sono pienamente solidale.

Già qualcuno (molto pochi, per ora) mi ha fatto sapere che forse avevo ragione.


I più dotati di memoria hanno considerato sufficiente qualche primo indizio manifestatosi in questi ultimi giorni, cominciando dal cosiddetto “manifesto delle sardine” sul quale per ora sorvolo, anche perché non sono capace di criticare in modo convincente la più generica supercazzola, molto somigliante a certe parodie che faceva Guzzanti.

Ha impressionato di più il ricorrere di tre fatti: la cacciata della bandiera rossa da una piazza e contemporaneamente l’invito -da un altro palco dello stesso movimento “spontaneo”- a votare per il PD e insieme aver diffuso l’inno “el puebro unido”; questo è l’inno della bandiera rossa cilena per eccellenza, poiché è quello di Unidad Popular ossia del glorioso Partito Comunista del Cile e anche del Partito Socialista. Cosa pensereste, se in un’analoga manifestazione a Santiago venisse diffusa la nostra Bandiera Rossa ed insieme impedito a qualcuno di portarla, la bandiera rossa?

La contraddizione, poi, con gli inviti a votare PD e l’ostentata presenza di bandiere della UE -cominciamo a dire le cose con chiarezza: questi qui sono “sovranisti” della UE e della NATO- non necessita commenti ma suscita perplessità (che non ha solo chi non vuole averle, per pregiudizio) sulla tanto ostentata “spontaneità”. Chi decide veramente, chi organizza, chi decide chi deve parlare e se gli oratori devono invitare a votare per il PD e poi a cacciare qualche povero compagno in buona fede, il quale credeva così tanto sinceramente in loro da portarsi dietro ingenuamente la propria bandiera?

La bandiera rossa si difende con il sangue, il diritto di sventolarla non ce lo concedono, tanto meno ce lo possono negare quei quattro babbei codardi: esso deriva dal sangue degli arditi del popolo e dagli arditi comunisti, da millenni e millenni di carcere e confino, dal sangue dei Partigiani e dalle loro gloriose vittorie. È stato mantenuto con mezzo secolo di lotte dure e di vigilanza, per respingere ogni rigurgito fascista ed ogni velleità golpista.

Noi sventoliamo la bandiera rossa perché è quella del firmatario della Costituzione e anche grazie a Guido Rossa, a Ciro Principessa, Pio la Torre e Rosario Di Salvo, e Valerio Verbano, e Fausto e Jajo, e Dax e tanti altri come loro. Noi sventoliamo a bandiera rossa perché il 12 dicembre di 50 anni fa è iniziata una strategia della tensione che è costata centinaia di morti, per la quale ancora non è stata fatta pienamente giustizia e -comunque- il nostro popolo ha saputo combattere e sconfiggere.

Come è stato fatto anche nel referendum contro la Costituzione di tre anni fa.

Chi scrive, per formazione, è sempre diffidente quando si invoca l’esclusione delle bandiere politiche (non solo una in particolare) tuttavia si può accettare e rispettare una simile richiesta in qualche circostanza, per manifestazioni presentate (benchè non sia mai così effettivamente) come apartitiche e superiori alle parti. È molto diverso, invece, quando si pretende di presentare certe manifestazioni come “antifasciste”, dove si canta Bella Ciao, si invita a votare PD, si suona “el pueblo unido” e poi l’unica conseguenza concreta è la cacciata della bandiera rossa. Questo significa che è iniziato il movimento che mette in pratica l’infame risoluzione del parlamento europeo, quella che mette sullo stesso piano nazisti e comunisti e chiede la messa al bando di questi ultimi.

Nelle condizioni di un secolo fa, la borghesia imperialista crebbe e si affermò con una dittatura apertamente terroristica, la quale stabiliva il divieto di esistenza per ogni orientamento politico che non fosse quello del partito della fazione al potere. Non si può escludere che oggi siamo di fronte alla “sperimentazione” di nuovi modelli per cui la disperata difesa del proprio potere -da parte di una classe ormai in crisi irrimediabile- avvenga per un verso con la completa sottomissione del paese alla NATO e alla UE e per altro verso con il pieno controllo di tutti i supposti orientamenti politici: in breve, sono completamente dipendenti dalla borghesia al potere la destra, il centro e la sinistra. Fanno tutto loro e -come si dice- se a cantano e se la suonano.

Così abbiamo una presunta, nuova “sinistra” che mette a bando i comunisti e la bandiera rossa, si schiera col PD e si identifica con la UE e (sebbene ancora non detto) con la NATO, sostenendo pienamente il capitalismo.

Se facciamo riferimento non alla grande parte delle persone oneste che credono sinceramente in quest’imbroglio, bensì alla piccola minoranza che decide veramente (quelli che parlano in tv, per esempio) bisogna dire la verità: è gente che sta bene, che ha paura del rilancio della lotta di classe dovuto alla crisi, che non ha problemi di salario, precarietà, pensioni, rischio di morte sul lavoro, ecc. e che identifica i propri interessi con l’euro e la UE.

Un secolo fa, il fascismo si presentava come un fenomeno nuovo, inizialmente fu difficile considerarlo come una destra estrema diversa da quella tradizionale che già esisteva, ciò provocò qualche disorientamento ed anche degli errori tra le nostre fila.

La soluzione, la chiarificazione di questo problema, iniziò con l’elaborazione (Gramsci e Togliatti) del concetto di “movimento reazionario di massa” con il quale identificare il fascismo che si pavoneggiava con atteggiamenti un po’ sinistrorsi. Oggi bisognerebbe riflettere se, in un modo similare, ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo, inizialmente di difficile interpretazione, a quello che potremmo forse chiamare “movimento conservatore (e trasformista) di massa”, fondato su una versione stantia e moderata del radicalismo.

L’incomprensione di questa novità, può spiegare il grave errore (ma comprensibile) nel quale incorrono, al momento, tanti compagni che -in quanto tali- teorizzano l’adesione al movimento dei pesciolini.

A parte dei casi di volgare codismo opportunista, fine a se stesso e funzionale ad interessi di affermazione personale, è bene ricordare una delle principali radici del revisionismo moderno, ossia il brauderismo. Brauder era il segretario del PC degli USA il quale pensò bene di sciogliere il partito per aderire al movimento di Roosvelt, in poche parole perché era molto di sinistra e soprattutto vi partecipava molta gente.

Fu un grave errore, come sempre in casi analoghi, perché il rapporto unitario pacato e costruttivo con tante persone che seguono questo sedicente “movimento” non può avvenire sulla base dell’equivoco, del mimetismo e alimentando la confusione

Per concludere, sarebbe molto semplice rispondere a certi “compagni” -dopo aver ascoltato le ragioni ed i criteri del loro codismo- chiedendo perché gli stessi motivi non li trovarono validi, pochi anni fa, per aderire al M5S ma potrei fare anche altri esempi più distanti nel tempo.