L’astensionismo e la democrazia malata

di Antonio Frattasi
da www.comunisti-italiani.it

Le elezioni regionali del 31 maggio, caratterizzate dall’alta astensione, impongono a tutti serie riflessioni sulla stato di salute della nostra democrazia e sul grado di partecipazione dei cittadini alla vita politica. L’attenzione di molti autorevoli commentatori si è soffermata prevalentemente sui risultati ottenuti dalle principali forze politiche, sull’affermazione della Lega, sulle palesi difficoltà del PD renziano, sulla discreta tenuta del Movimento 5 Stelle, sui segnali di resistenza di Forza Italia. Sulla crescente astensione, fenomeno che ha interessato tutte le regioni chiamate al voto, si sono lette, invece, analisi quasi sempre affrettate e superficiali, quasi come se la disaffezione politica fosse, tutto sommato, un mero dettaglio, un elemento secondario (usò, se ricordo bene, questa espressione Matteo Renzi di fronte all’impressionante calo di elettori in Emilia e Romagna). Credo che il grande esodo dalle urne, invece, meriti più accurate riflessioni ed un ampio dibattito che non sia limitato ai soliti addetti ai lavori, ma che coinvolga tutti coloro che continuano a credere nella rappresentanza politica.

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