Italia, la crisi in arrivo

italia donna bandieradi Jacques Sapir | da sinistrainrete.info

La situazione delle banche italiane è ormai critica. La pratica della loro ricapitalizzazione occuperà gran parte dell’estate. Essa mette in discussone direttamente le regole della Unione bancaria, che è entrata in vigore il 1° gennaio 2016. L’incapacità del governo italiano di rispettare le regole dell’Unione bancaria mette in evidenza il cattivo funzionamento, in via di peggioramento, dell’ Eurozona.

La quota dei prestiti denominati «non performing» nel bilancio delle banche ha ormai raggiunto quasi il 18%, secondo uno studio FMI [1]. A parte il caso della Grecia, dove il tasso arriva oltre il 34%, questo è il tasso più alto dell’Eurozona. Il Portogallo segue peraltro questa tendenza, ma a un livello ben inferiore, poiché la percentuale di debito cattivo è « solo » del 12%. In sintesi, si stima il volume totale a 360-400 miliardi di Euro, dei quali dai 70 ai 100 da coprire, o da parte dello Stato o da altri meccanismi.

Va notato qui che il movimento della quota di « cattivi debiti » può essere correlato a molte cause diverse. In Irlanda e in Spagna, è stata una speculazione immobiliare a causare il movimento. Niente del genere nel caso dell’Italia, cosa che rende la progressione dei debiti negativi ben più inquietante. Questi ultimi vengono da prestiti che sono stati concessi dalle banche regionali italiane alle piccole e medie imprese della penisola. In realtà, è il ristagno economico degli ultimi anni la causa di questa crisi bancaria che avviene oggi in Italia.

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