Brancaccio: “Per la nostra economia c’è poco da esultare”

da www.fiom-cgil.it

“Se la tua squadra del cuore sta perdendo 10 a 0 e a pochi minuti dalla fine della partita riesce a segnare un goal, non ti metti mica a fare i salti di gioia…”. Emiliano Brancaccio, economista e docente all’Università del Sannio, usa questa metafora calcistica per stigmatizzare l’enfasi con cui il governo e i partiti della maggioranza decretano la fine della crisi economica e l’inizio della ripresa.

Però tra gufi lo possiamo ammettere, qualche segno positivo negli indicatori economici c’è. O no?

Innanzitutto lascerei in pace i simpatici e bellissimi gufi. Semmai chi critica la narrazione governativa della crisi e della presunta ripresa è una Cassandra, personaggio che certamente fa previsioni spiacevoli, ma che altrettanto certamente coglie nel segno. Proviamo a ragionare sui dati. L’anno in corso dovrebbe chiudersi con un aumento del Pil dello 0,9%. Su questa previsione si basano i messaggi di ottimismo del governo, che per questo invoca l’applauso del pubblico. Ma questa retorica si scontra con il fatto che dall’inizio della crisi abbiamo perso 10 punti di Pil: come segnare un goal quando si è sotto 10 a zero, appunto. Mi pare ci sia poco da esultare. Aggiungo che è fuori luogo anche l’entusiasmo del governo per i dati sull’occupazione. 

CONTINUA A LEGGERE