La politica antirussa e l’economia fermana

di Giorgio Raccichini, Partito Comunista d’Italia
da pdcifermano.wordpress.com

Sui quotidiani fermani di questi giorni prevalgono comprensibilmente notizie concernenti le recenti elezioni amministrative. Le discussioni in merito, se rimangono legate ad un’ottica puramente locale, ci appassionano fino ad un certo punto, essendo ormai le Amministrazioni comunali chiamate a gestire situazioni di emergenza economica e sociale create in gran parte da decisioni prese ai livelli politici più alti. Calcinaro e la sua squadra non avranno un compito facile, specialmente perché – al di là della retorica – i civici saliti al governo di Fermo sono eterogenei politicamente al proprio interno e saranno anche sottoposti alle divergenti pressioni che di certo eserciteranno coloro i quali li hanno sostenuti al ballottaggio. Amministrare in un contesto grave a partire da tali presupposti politici richiederà grande determinazione e ferrea coesione.

La notizia più importante presente oggi sui giornali non riguarda Calcinaro, bensì i dati forniti dalla CNA regionale sull’export marchigiano con la Russia nel primo trimestre dell’anno, che rivelano un calo di ben 77 milioni di euro. Se la provincia più penalizzata è Ancona, la seconda è quella di Fermo (con una perdita di 19 milioni di euro); è facile capirne i motivi, visto il peso che nel Fermano hanno i settori particolarmente danneggiati del calzaturiero e dell’agroalimentare. 

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