La riforma scolastica necessaria per creare menti critiche

gessetto lavagna[Estratto da A. Pascale (a cura di), Il totalitarismo liberale. Le tecniche imperialiste per l’egemonia culturale, La Città del Sole, Napoli 2019, cap. 6.5, pp. 124-125]

Nel tracciare alcune considerazioni su questo tema si può rimarcare che nella società occidentale odierna la prima necessità, per garantire un progresso umanista, sia quella di ridare centralità alle materie umanistiche e non soltanto a quelle tecniche.

In una società borghese i progetti di alternanza scuola-lavoro, come ad esempio sono stati concepiti e realizzati recentemente in Italia, servono ad educare acriticamente le nuove generazioni a forme di lavoro manuale non specializzato, non sindacalizzato e privo di diritti.

Tali programmi servono dunque solo a perpetuare la divisione in classi della società, come emerge peraltro anche dai rapporti OCSE, i quali mostrano come tuttora la mobilità sociale sia assai scarsa anche a causa della conformazione attuale del sistema scolastico .

Scopo dei comunisti, sia in un sistema capitalista sia in un sistema socialista, deve essere quello di favorire la crescita di un intellettuale collettivo. A tal fine è fondamentale l’insegnamento della disciplina che più di tutte riesce a favorire la costruzione di uno spirito critico: la filosofia.

Non è un caso che la riforma Gentile prevedesse che tale disciplina fosse riservata solo ai licei, mentre per gli altri livelli e tipologie di scuole bastassero i rudimenti della religione impartiti da insegnanti scelti dalla Chiesa cattolica.

Una riforma essenziale diventa quindi l’eliminazione completa dell’insegnamento della religione dalle scuole. Al suo posto occorre introdurre l’educazione civica e filosofica, iniziando a presentare la disciplina filosofica per via tematica partendo dalle questioni etiche, economiche, politiche, sociali, culturali; tutte le scuole secondarie di secondo grado dovrebbero infine prevedere lo stesso corso di filosofia.

L’intera popolazione deve tendere non solo al superamento della distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, ma deve conquistare gli strumenti critici e analitici necessari per far progredire culturalmente se stessa e la società nel suo complesso.

NOTE

[1]    G. De Michele, Il rapporto OCSE, la scuola di classe e la società classista, Lavoroculturale.org, aprile 2017.