Se grande finanza e UE tifano per la controriforma Renzi-Boschi

finanza deforma renzi 510di Enrico Grazzini

Non si può veramente capire perché la Costituzione Italiana viene stravolta così malamente dal premier Matteo Renzi senza comprendere quanto i mercati finanziari e l’Unione Europea – che istituzionalizza di fatto la loro rapace supremazia – abbiano premuto e spingano per una svolta autoritaria e antidemocratica in modo da potersi garantire il potere sovranazionale sugli stati europei. Non è insomma plausibile condurre una battaglia efficace contro lo stravolgimento costituzionale progettato dal governo senza contrastare contemporaneamente le forze economiche internazionali (grandi banche d’affari, fondi speculativi, ecc) e le istituzioni politiche sovranazionali ed estere (Troika, Commissione UE, BCE, governo tedesco) che hanno spinto la coppia Renzi-Boschi a proporre di avanzare su una strada anti-democratica di quasi-regime.

Purtroppo sono molto pochi quelli che all’interno delle forze progressiste vedono il legame tra la pressione della grande finanza internazionale e dell’Unione Europea da una parte e la svolta autoritaria contro la Costituzione Italiana dall’altra[1]. Ma è evidente che i progetti thatcheriani di riforma strutturale della Commissione UE e della BCE – riduzione del welfare e taglio alle pensioni, alla sanità e all’istruzione; privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici; abolizione del contratto nazionale, flessibilità e riduzione del costo del lavoro; responsabilità dei risparmiatori comuni di fronte ai fallimenti bancari, ecc, ecc – richiedono una profonda trasformazione della Legge Fondamentale nel senso quanto più autoritario possibile.

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