«Ora un patto per un`opposizione di sinistra a Monti» Intervista a Oliviero Diliberto

intervista a cura di Maria Zegarelli | su l’Unità

diliberto simbolo«Il fronte del no si allarga abbiamo apprezzato il lavoro dell`Idv in Parlamento. Le misure fanno cassa ma non aiutano la crescita»

Tutto muta velocemente in politica. Adesso è l`Idv a registrare un avvicinamento alla sinistra extraparlamentare di Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero e Nichi Vendola. Con quel «no» alla manovra Di Pietro si è allontanato dal Pd e si è avvicinato a tutti quelli che ieri mattina si sono incontrati a Roma al Centro Frentani per fare «Un`opposizione da sinistra alla manovra Monti». All`iniziativa c`erano anche, tra gli altri, Vincenzo Vita, Pd e Stefano Pedica dell`Idv. «Ovvio – dice Diliberto, Pdci – che abbiamo apprezzato molto di più il lavoro in Aula dell`Idv che non del Pd». Come è ovvio, per Diliberto, che con questa manovra a rimetterci sono stati «soprattutto gli elettori del Pd». Meno ovvio quello che succederà da qui alle elezioni, con alleanze che sembrano tutte ancora da definire. «Ecco perché noi lavoriamo affinché nel Pd prevalga chi vuole un`alleanza di centrosinistra rispetto a chi la vuole di centro», dice il segretario Pdci.

Diliberto facile dire no quando si è fuori dal Parlamento. È proprio tutto da buttare in questa manovra?
«Sarebbe stato facile ma io non avevo un atteggiamento pregiudizialmente contrario rispetto al governo Monti e alla manovra. Ho aspettato di vedere i contenuti e una volta che i contenuti sono stati definiti il mio giudizio è stato negativo».

Giudizio condiviso da sindacati, Lega e Di Pietro.
«Questi provvedimenti contenuti nella manovra non sono solo molto ingiusti: sono inefficaci. Non ci sono interventi strutturali per l`abbattimento del debito e cadono sulle spalle delle persone economicamente più esposte. Monti, gli va riconosciuto, è riuscito nel capolavoro di mettere insieme le tre sigle confederali del sindacato. Le nostre preoccupazioni sono comuni perché è evidente che a rimetterci di più sono i lavoratori, tutti, e le famiglie».

Ammetterà che non era facile trovare i consensi in Parlamento di Pd e Pdl senza un punto di mediazione. Franceschini dice che si è fatto il massimo alla luce delle condizioni date.
«Sarà anche così ma in questo modo pagano di più gli elettori del Pd e non quelli del Pdl, questo è il dato politico. La riforma delle pensioni è profondamente iniqua. Sa cosa vuol dire l`innalzamento dell`età pensionabile per tutti indistintamente? Che il muratore dovrà salire sulle impalcature sino a 67 anni di età, alla faccia di chi dice che gli incidenti sul lavoro devono essere contrastati. Nei prossimi anni, invece, assisteremo ad un loro aumento e il motivo non sarà difficile individuarlo. E anche l`Imu generalizzata sulla casa di abitazione è iniqua».

Secondo lei neanche la franchigia a 200 euro più 50 euro per ogni figlio, aiuterà le famiglie?
«Rispondo con una domanda. Non avrebbe alleggerito di più le famiglie far pagare i grandi patrimoni? Quelli non sono stati toccati. Hanno deciso di aumentare l`Iva dall`anno prossimo e questo si tradurrà in un aumento dei prezzi e dunque una diminuzione dei consumi che deprimerà l`economia in un Paese che, come ha detto Passera, è già in recessione. Mi sembrano, tutte insieme, misure per fare cassa, ma non proiettate in un piano di crescita del paese. Ultima domanda che voglio porre a Monti: perché non far pagare l`Ici alla Chiesa?».

Ci sono degli ordini del giorno che impegnano il governo a mettere mano alla questione. Non si fida?

«Io prendo atto che nella manovra non c`è l`Ici per la Chiesa, in futuro vedremo, se la introdurranno diremo “bravi”».

Altra voce che non vi piace è quella delle spese militari.
«Non ci piace affatto. Non è possibile che l`Italia butti 18 miliardi di euro, ripeto 18, per comprare 131 cacciabombardieri. Li ha ordinati il governo Berlusconi, Monti non ha responsabilità, ma può disdire tutto. Pagherà una penale, certo, ma quanti soldi risparmierà? Tantissimi».

Lei, come Ferrero, lancia appelli alla sinistra per unirsi in vista delle future elezioni. Nichi Vendola sembra cauto. Crede davvero che Sel sia disposta a compromettere il dialogo con il Pd?
«Non sappiamo quanto durerà il governo Monti, non sappiamo come sarà la nuova legge elettorale, il quadro politico è mutevole, ma una cosa è certa: Pd e Pdl non potranno mai andare insieme alle prossime elezioni. Allora mi voglio tenere aperte tutte le strade per costruire con tutte le forze di sinistra una coalizione di centrosinistra. Dobbiamo lavorare affinchè prevalga la parte di PD che vuole l’alleanza di sinistra e non solo con il centro. Io contrasto la manovra di Monti non il PD».