Monti, o l’incertezza di una borghesia inesistente

di Claudio Conti | su www.contropiano.org

 

monti quirinaleLa prima uscita pubblica di Mario Monti come presidente incaricato è servita a capire che l’inarrestabile marcia della troika – spinta dalla pressione dei “mercati finanziari” sui titoli di stato italiani – fa fatica.

In qualche era prevedibile, ma l’ottusità media del centrodestra si dimostra in questo frangente un ostacolo imbarazzante. La quantità di mezze figure che nel Pdl premono per “mostrare i muscoli”, per far capire che “Monti lo facciamo cadere quando vogliamo”, è tale da esser stata davverochiarificatrice. I “mercati” hanno capito subito e hanno ripreso a “fare pressione”. Anche la Bce – ora guidata da Draghi, che conosce bene certi polli – ha improvvisamnete dimezato i propri acquisti quotidiani di Btp. Risultato: spread in volo e borsa a terra. Sarà arrivato il messaggio ai bru-bru del centrodestra? Lo sapremo stamattina, quando il più cupo Berlusconi di sempre vedrà Monti (insieme a qualche parvenu promosso a “gran capo”) per le consultazioni. Ma almeno dovrebbe sapere di non avere scelta, visto che si è arreso in 48 ore.

L’offensiva della troika e dei mercati dunque “deve” continuare perché abbiamo una classe politica e settori sociali completamente privi di razionalità capitalistica. Dire a un evasore totale o a un intermediario vicino alla mafia che dovrà lavorare “in chiaro” o pagare le tasse (senza esagerare) è qualcosa di inconcepibile. E’ da sottolineare come l'”opposizione istintiva” più dura contro “la svolta liberale” in atto venga soprattutto da questa “estrema destra sociale”, cresciuta e diventata prepotente negli anni del berlusconismo imperante.

Mentre nel “popolo di sinistra”, solo in casi rari capace di “lungimiranza di classe”, prevale ancora il senso di liberazione dall’incubo di Arcore. Il ragionamento sottopelle è così semplice e ingenuo da far temere il peggio: “intanto ci siamo liberati di lui, ora si tratterò di fare un po’ di sacrifici, ma un passetto alla volta ci rimetteremo in sella sul piano economico e potremo ricominciare a parlare di riforme social, ecc”.

Questo è il quadro con cui ci dobbiamo misurare. Avere una lucida visione del tipo di crisi che stiamo vivendo è indispensabile, ma non è una consapevolezza che si possa spendere “così com’è” sul piano politico. Va articolata in iniziative ed esempi, dando battaglia su ogni singola “misura” o “sacrificio” che verrà meso all’ordine del giorno. E facendo molta attenzione, anche sul piano del linguaggio: saremo pieni di “nemici delle banche” che girano per il paese sbandierando simboli nazisti o leghisti. Con il “comploto demo-pluto-giudaico” in agguato.
I giornali, mainstream o no, cercano di inquadrare il momento, con qualche preoccupazione.