Uniti nel coro

rackete pdda aginform.org

Se non avessimo vissuto vicende come la Jugoslavia bombardata da un governo a partecipazione ‘comunista’, la distruzione dell’Iraq in nome dei diritti umani, l’assassinio di Gheddafi e lo scempio della Libia panafricana per ‘proteggere’ il popolo, potremmo anche pensare che in fondo si va verso un mondo migliore, più buono e solidale, perchè c’è gente che si indigna e si mobilita contro la perfidia di un governo che impedisce lo sbarco di una manciata di clandestini.

Osservando la scena più da vicino, ci accorgiamo però subito della evidente strumentalità di tutta l’operazione, sottolineata nel finale per sovrammercato dall’accorrere a bordo della Sea-Watch di esponenti politici di quella sinistra ‘umanitaria’ che ha partecipato a tutti i massacri imperialisti di questi decenni o li ha apertamente appoggiati, e ancora lo sta facendo. La strumentalità dell’operazione si articola su due livelli: il primo e più immediato è quello di cercare di creare difficoltà a un governo che impensierisce la cabina di regia europea. Il secondo, forse ancora più importante, è rappresentato da un’assordante orchestra ideologica che, alzando i toni contro il governo che vieta gli sbarchi e innalzando la capitana Carola a eroina romantica che impavida sfida leggi ingiuste, cerca di far dimenticare la storia dei massacri di cui l’occidente si è reso responsabile e di accreditarlo come la parte buona e umanitaria del mondo, quella della accoglienza disinteressata e dei diritti dell’uomo, in modo che i prossimi massacri possano essere compiuti in forma ‘civile’. 

L’ipocrisia delle anime candide dei ‘buonisti’ che non vedono o fanno finta di non vedere la strumentalità dell’operazione Sea-Watch e Carola va denunciata senza mezzi termini. Queste operazioni, è bene ripeterlo, non sono organizzate da anime buone, da missionari disinteressati che vogliono salvare l’umanità disastrata. L’operazione Sea-Watch fa parte di una logica che gli imperialisti occidentali portano avanti da lungo tempo utilizzando spesso proprio le ONG – lautamente finanziate come è il caso di organizzazioni che possono dotarsi di mezzi navali e aerei – per promuovere interessi particolari, ma anche direttamente per far leva su situazioni che possono mettere in crisi paesi che non sono pienamente allineati all’imperialismo occidentale. Non è un caso che, per non andare lontani nel tempo, anche in questi giorni vengano fuori situazioni di questo tipo da Hong-Kong, alla Georgia e persino alla repubblica Ceca. 

E’ mania di complottismo pensare a questo? Si mettano il cuore in pace i buonisti, perchè è arcinoto che i servizi occidentali e soprattutto le agenzie americane hanno accumulato una grande esperienza nel gestire i sommovimenti ‘popolari’. L’Ucraina insegna. Essi in fondo fanno il loro mestiere, ma alle cose bisogna dare il nome che meritano. In Ucraina si è passati dagli arancioni ai nazisti senza soluzione di continuità. 

La cosa scandalosa di tutta questa vicenda è che non si parla mai del contesto in cui nasce l’immigrazione. Si dice che la Libia è un inferno da cui si scappa, ma chi lo ha creato quell’inferno? E con quali scopi i paesi occidentali, europei in particolare, manovrano in Nordafrica e nelle zone dove ci sono interessi minerari e petroliferi? E si pensa davvero che la soluzione stia nell’immigrazione incontrollata di nuovi schiavi e che questo vada a beneficio dei paesi di provenienza otre che di quelli di arrivo? 

Tutto quello che sta accadendo a Lampedusa in questi giorni porta il marchio dell’azione imperialista e il ‘buonismo’ di chi protesta contro la chiusura dei porti è pienamente arruolato in questo fronte, come una volta i missionari stavano al seguito dei conquistadores. La vicenda della comandante Carola, assurta a nuova icona di sinistra, conferma ancora una volta che l’ideologia buonista dell’imperialismo ha permeato anche settori che in passato si dichiaravano antimperialisti. Una ambiguità tra costoro in realtà c’è sempre stata, come all’epoca delle guerre dell’Iraq, della Jugoslavia, della Libia e della stessa Siria. Ora però si va oltre: non solo si esaltano i mercenari curdi intruppati dagli americani, ma il buonismo imperialista diventa la bussola che orienta i ‘compagni.’ ‘Io sto con Carola’ [qui] e le farneticazioni tipo ‘occupy ports’, sono le nuove indicazioni che vengono da una sinistra allo sbando.

Aginform
30 giugno 2019