Obama e il suo lascito di guerra e crimini imperialisti

In Defense of Communism
da communismgr.blogspot.it

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Quando Barack Obama fu eletto nel 2008, venne presentato dai media come una “colomba di pace”, come un uomo di “spirito umanitario” che avrebbe messo fine alle sanguinose guerre imperialiste condotte dall’amministrazione Bush. Tuttavia, la presidenza di Barack Obama ha dimostrato, una volta di più, il fatto indubbio che la politica estera degli Stati Uniti non si basa sulle persone, ma sugli interessi della plutocrazia, sugli interessi monopolistici degli Stati Uniti.

Nel suo discorso d’addio a Chicago ieri, il presidente Obama ha elogiato i “valori” degli Stati Uniti, che, come ha detto, “diventano più forti quando la democrazia funziona” e “quando la gente comune partecipa”. Durante la sua presidenza, Barack Obama ha dimostrato quale tipo di “valori” rappresenta: questi “valori” sono ben noti ai popoli in Medio Oriente, Nord Africa e Ucraina, dove è stato coinvolto il suo governo.

Un breve compendio dei record in politica estera del premio Nobel-Obama è il seguente:

– Nel 2009 l’amministrazione Obama ha proseguito tutti gli interventi imperialisti avviati dal governo di George W. Bush in Afghanistan e in Iraq.

– Nell’autunno del 2011, quando Muammar Gheddafi inizia a impegnarsi sul piano energetico con Russia e Cina, la NATO scatena un sanguinoso intervento imperialista in Libia.

– Durante la cosiddetta “primavera araba” e i cambiamenti dei governi borghesi in Tunisia ed Egitto, gli Stati Uniti hanno un ruolo cruciale nel sostenere l’emergere di organizzazioni islamiche radicali. Nel corso dell’amministrazione Obama i servizi segreti degli Stati Uniti sono coinvolti attivamente nella formazione e nel finanziamento di jihadisti in Medio Oriente.

– All’inizio dell’agosto 2012, il presidente Obama firma un decreto per il sostegno più attivo dell'”opposizione siriana” armata contro il governo di Bashar Al-Assad. NATO, CIA e altre agenzie segrete alimentano il mostro del jihadismo, che ha dato alla luce gli assassini feroci dello Stato Islamico (ISIS / Daesh). Gli jihadisti di ISIS sono stati inizialmente utilizzati come “strumento” per il cambio di regimi non graditi a Washington e poi, in nome della “lotta al terrorismo”, come pretesto per nuovi interventi.

– L’amministrazione Obama ha avuto anche un ruolo significativo nella carneficina in Ucraina, sostenendo l’ascesa di forze neo-naziste e fasciste (sotto la maschera della cosiddetta “rivoluzione arancione”) nel paese. Questa politica del governo di Obama ha avuto luogo nel più ampio quadro dello scontro tra Stati Uniti e NATO verso la Russia su questioni geostrategiche.

I costi dell’amministrazione Obama nella cosiddetta “guerra al terrore”, secondo i dati del “Bilancio previsionale di Difesa nazionale per l’esercizio 2017“, Tabella 2-1, marzo 2016:

2009 – 197,1 miliardi: il Presidente Obama si è insediato. Invia 17.000 soldati in Afghanistan nel mese di aprile. Promette di inviarne altri 30.000 nel mese di dicembre. Si è concentrato ad attaccare le forze risorgenti talebane e di al-Qaida al confine con il Pakistan. Aggiunge così 59,5 miliardi di dollari all’esercizio di bilancio di Bush del 2009. Gli elettori rieleggono Karzai tra le accuse di frode. Obama annuncia il ritiro delle truppe nel 2011. Le forze irachene riprendono il controllo della Green Zone di Baghdad.

2010 – 181 miliardi di dollari: Obama finanzia un ordinato rientro delle truppe degli Stati Uniti in Iraq dal 2011. Forze d’assalto vengono inviate in Afghanistan. La NATO accetta di ritirare tutte le forze di difesa afghane entro il 2014.

2011 – 162,4 miliardi di dollari: Forze Speciali eliminano Osama bin Laden il 1° maggio 2011. Obama annuncia il ritiro di 10.000 truppe dall’Afghanistan entro la fine dell’anno e 23.000 entro la fine del 2012. I costi OCO salgono a 158,8 miliardi di dollari. Le truppe lasciano l’Iraq entro dicembre.

2012 – 119,6 miliardi di dollari: Obama ha annunciato il ritiro di altri 23.000 soldati dall’Afghanistan in estate, lasciandovi i 70.000 rimanenti. Entrambe le parti hanno convenuto di accelerare il ritiro delle truppe degli Stati Uniti per il 2013. La loro presenza era diventata sgradita. Contractors statunitensi restano in Iraq per difendere gli interessi americani. (Fonte: Afghanistan War Timeline, in The New York Times, 22 giugno 2011.)

2013 – 49,6 miliardi di dollari: le forze statunitensi si spostano su un ruolo di formazione e supporto. Talebani e Stati Uniti riavviano negoziati di pace, obbligando Karzai a sospendere i suoi negoziati con gli Stati Uniti.

2014 – 88 miliardi di dollari: Obama annuncia il ritiro finale delle truppe degli Stati Uniti, con l’obiettivo di lasciare solo 9.800 soldati per la fine dell’anno. (Fonte: Afghanistan War, Council on Foreign Relations.)

2015 – 67 miliardi di dollari: Le truppe addestrano le forze afghane. (Fonte: Dipartimento della Difesa, DoD, 2015 OCO Amendment)

2016 – 89,5 miliardi di dollari: Tornano truppe in Iraq per addestrare i soldati locali a combattere Isis. Il Dipartimento di Difesa chiede fondi anche per l’addestramento in Afghanistan e per la formazione e le attrezzature per le forze di opposizione siriane. Lo stanziamento include anche il supporto alla NATO e le risposte alle minacce terroristiche. (Fonte: DoD 2016 OCO Amendment)

2017 – 64,5 miliardi di dollari: Il Dipartimento della Difesa richiede $ 58,8 miliardi di dollari per l’Operazione Freedom Sentinel in Afghanistan, per l’Operazione Inherent Resolve in Iraq e Levant, aumentando il sostegno all’Europa e per l’antiterrorismo (Fonte: DoD 2017 OCO Amendment).

Secondo una ricerca da parte dell’Ufficio londinese of Investigative Journalism, più di 7.000 persone sono state uccise durante il mandato di Obama da parte dei controllori dei droni, i quali operano in luoghi lontani da ogni zona di guerra. Di questo dato, l’Ufficio suggerisce che quasi 900 persone erano civili, tra cui ben 110 bambini.

Obama, che ha iniziato il suo mandato presidenziale come “colomba di pace” si è dimostrato un servitore costante dell’imperialismo degli Stati Uniti. La politica estera degli Stati Uniti sotto il nuovo presidente, Donald Trump, nonostante la retorica e le sue diverse dichiarazioni, non cambierà in modo sostanziale. In ogni caso, l’intenso confronto intra-borghese negli USA si basa sulla necessità di rafforzare la posizione del capitale americano e dei monopoli internazionali. Il capitalismo è il “grembo” della guerra.