Le visite di Obama

obama profilo bandieradi Ângelo Alves*
da www.avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Non saranno più molti quelli che si ricorderanno della immensa campagna ideologica alla fine del 2007 e all’inizio del 2008 scatenata dopo la vittoria di Obama nelle presidenziali nordamericane e di quella del 2009 in occasione dell’attribuzione del Premio Nobel al Presidente degli USA. Allora il Partito Comunista Portoghese aveva messo in guardia sul fatto che il tempo si sarebbe incaricato di provare quale sarebbe stata la politica che la sua amministrazione avrebbe seguito, in particolare sul piano internazionale.

Ricordiamo a proposito le visite di Obama alla fine del mese scorso in Arabia Saudita, nel Regno Unito e in Germania. Il suo viaggio nel Medio Oriente si è concretizzato nella partecipazione al Vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, la struttura di coordinamento delle petromonarchie della regione coinvolte nel sostegno al terrorismo, alla destabilizzazione e alle guerre di aggressione nella regione e alla riunione con il principe ereditario dell’emirato di Abu Dhabi e secondo comandante dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti per discutere di Yemen, Libia e Iraq.

La visita nel Regno Unito e in Germania è stata particolarmente illuminante su alcune delle sue priorità. La visita è stata preceduta da una richiesta al Congresso di una dotazione di bilancio supplementare per rafforzare la presenza militare della NATO nell’Est europeo e baltico. Più di 3,4 miliardi di dollari che quadruplicano il bilancio della NATO sul fronte Est. Ma il Premio Nobel è andato ancora oltre. Non basta lo “sforzo” degli USA. Gli alleati devono smetterla di essere “compiaciuti della propria difesa”, devono aumentare la loro spesa militare e collaborare nei diversi fronti di guerra, nello scontro con la Federazione Russa, nella “lotta al jihadismo”. Siria, Libia, Iraq, Afghanistan, Russia, ciber-sicurezza, migrazioni, scudo antimissilistico sono alcuni dei fronti nei quali Obama vorrebbe vedere più iniziativa dei “partners europei”. Nel frattempo, ha elogiato l’accordo UE-Turchia e l’azione militare della NATO nel Mar Egeo contro i rifugiati. Sarebbe difficile un discorso più militarista, in un preannuncio di quella che sarà la prossima venuta di Obama in Europa per partecipare al Vertice della NATO a Varsavia.

Ma non solo di guerra Obama è venuto a parlare. Gli elementi di disgregazione dell’Unione Europea preoccupano la grande potenza dell’asse transatlantico. Obama non ha lasciato margine a dubbi su come vede e a che serve l’Unione Europea. Gli USA “hanno bisogno di un’Europa forte, unita e prospera” (…) “un’Europa unita, liberale, pluralista e di libero mercato” che “non può dubitare di sé stessa”. Il messaggio aveva un destinatario: il Regno Unito. Lì ha interferito direttamente e grossolanamente nella campagna del referendum britannico. Si è aggiunto al coro dei ricatti del FMI, dell’OCSE e dell’Unione Europea. Ha disegnato, come altri, lo scenario di catastrofe nel caso il popolo britannico decida per l’uscita e, senza alcun pudore, ha affermato che gli USA “hanno bisogno che la vostra [del Regno Unito] grande influenza continui – anche dentro l’Europa”. In caso contrario, “andrete in coda alla fila” in termini di accordi commerciali con gli USA.

E infatti gli USA hanno bisogno dell’UE del grande capitale. In particolare per negoziare il TTIP, il punto forte dell’agenda di Obama nella visita nella Germania della sua “grande amica” Merkel. Un accordo che, come le recenti rivelazioni stanno dimostrando, rappresenta un mega attentato ai diritti del lavoro e sociali, alla salute pubblica e alimentare e agli apparati produttivi e alla sovranità degli stati. Un’attentato e un’imposizione del “grande fratello” che il “democratico” e “progressista” Obama difende con le unghie e con i denti, ricattando anche i suoi “amici” europei.

Se c’è una cosa che emerge chiaramente in queste visite, una è che Obama è, trascorsi due mandati, un presidente nordamericano uguale nell’essenza ai suoi predecessori; e l’altra è che l’Unione Europea è un processo di natura imperialista. Ed è per questo che Obama è venuto in Europa a difenderla con tutte le sue forze.

*Ângelo Alves è membro della Commissione Politica del CC del Partito Comunista Portoghese