Bladley Manning condannato a “soli” 35 anni

da www.contropiano.org

La libera informazione non abita Negli Stati Uniti. Più probabilmente non ci ha mai avuto dirito di esistenza. O, almeno, non quella che mette in discussione i fondamentali sbandierati dalla “democrazia stelle-e-strisce”.

Bradley Manning, il militare americano di 25 anni reo confesso di essere la ‘talpa’ di Wikileaks, è stato infatti condannato a 35 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dalla Corte Marziale di Fort Meade, che comunque ha fortemente ridotto la richiesta dell’accusa (60 anni). L’ormai ex soldato Usa è diventato famoso per aver dato la stura alla più grande fuga di notizie della storia. Analista informatico, oggi 25enne, Manning ha passato all’organizzazione guidata dall’australiano Julian Assange, 470mila documenti sui conflitti in Iraq e Afghanistan e 250mila cablo del dipartimento di Stato, insieme ad altro materiale “classificato” che ha alzato un velo vergognoso sull’attività della diplomazia americana. Mostrando quali infamie e colpi bassi sia capace di organizzare la superpotenza Usa pur di affermare i propri interessi esclusivi, anche a danno degli alleati più stretti e fedeli. Verso i quali, peraltro, i cablo del Dipartimento di stato mostrano come minimo un placido disprezzo. Ma i fondo deve piacer loro, visto che hanno appena mormaorato mezze parole di dispetto ma nessuna protesta ufficiale, nemmeno nei casi più clamorosi di ingerenza e presa per i fondelli.


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