I giochi di guerra contro l’Iran

drone iran radardi Ângelo Alves, Commissione Politica del Partito Comunista Portoghese (PCP)

da avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Stando alle notizie, il mondo avrebbe potuto assistere a un’aggressione statuniotense al territorio iraniano. L’attacco a diversi obiettivi iraniani era imminente. E ‘stato cancellato 10 minuti prima.

Trump ha invocato la stima delle perdite iraniane per annullare l’attacco. Ovviamente la decisione non ha nulla a che fare con le preoccupazioni sulle vittime iraniane, perché Trump disponeva di questi dati già quando ha ordinato l’attacco.

E ancora … basta guardare alla storia delle aggressioni statunitensi – Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, tra le altre – per rendersi conto che per coloro che hanno compiuto autentici massacri e ammettono l’uso di armi nucleari, ciò non rappresenta certo una preoccupazione.

Questa provocazione fa parte di una strategia per elevare al massimo la tensione e la pressione contro l’Iran. Tra l’altro, la notizia di un attacco informatico USA contro i computer che gestiscono i sistemi di difesa iraniani poco dopo la cancellazione dell’attacco “convenzionale” lo dimostra.

Ciò che si sta sviluppando è in realtà una guerra ibrida disegnata in conformità con i manuali e i piani dei falchi americani e che è entrata in una nuova fase con la decisione dell’Amministrazione Trump di abbandonare il cosiddetto “Accordo Nucleare” nel 2018.

Le sanzioni, i tentativi di destabilizzazione interna e ora l’intera serie di provocazioni hanno lo scopo di aumentare ulteriormente la tensione e allo stesso tempo di cercare di contenere il ruolo dell’Iran in Medio Oriente (in particolare nella soluzione finale della questione siriana) e lo sviluppo delle sue relazioni sia con la Russia e con la Cina (è importante ricordare che l’Iran fa parte del progetto di una Nuova Via della Seta e ha partecipato come osservatore all’ultimo vertice della Organizzazione della Cooperazione di Shanghai) che con gli stati europei. Come sempre, il fatto che gli Stati Uniti stiano cercando di mantenere il controllo sulla produzione e il transito di idrocarburi dalla regione, dove lo Stretto di Hormuz (per il quale passa il 33-40% del traffico marittimo di petrolio) ha un ruolo importantissimo.

Il problema non è la capacità dell’Iran di ottenere un’arma nucleare. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica riferisce che l’Iran ha adempiuto ai propri impegni dal 2015, quando è stato firmato l’accordo nucleare. E ancora meno lo è la decisione di attaccare le petroliere nello Stretto di Hormuz, eventi che alla vigilia di diversi vertici internazionali sarebbero stati un autentico suicidio diplomatico. Si tratta di argomentazioni false, come testimoniano i rapporti giapponesi secondo cui gli attacchi “venivano dall’aria”, respingendo la tesi delle “mine iraniane”.

La decisione degli Stati Uniti di sorvolare il territorio iraniano con due aerei militari (il drone abbattuto e un aereo spia equipaggiato con più di 30 soldati a bordo, che l’Iran ha deciso di non abbattere) dimostra il grado di provocazione. In linea di principio, le azioni statunitensi mirano solo a mettere piede negli scacchieri politici e geostrategici del Medio Oriente, in un contesto in cui si stanno svolgendo vari negoziati. Ma il loro modus operandi, oltre che estremamente pericoloso, dimostra dove si trova il pericolo per la pace e la sicurezza del mondo.

Di fronte a una così ignobile strategia di menzogna e provocazione che può sfociare in un conflitto di dimensioni enormi, è grave che l’ONU, l’Unione Europea e, nel nostro caso, il governo portoghese si sottomettano ai giochi di guerra di Trump.